In un momento di riallocazione delle concessioni nazionali statunitensi per le frequenze radiofoniche, Google si è inserito nel dibattito relativo alla definizione dei parametri da applicare per la vendita e la distribuzione dello spettro proponendo alla Federal Communication Commission di adottare il sistema di aste in diretta utilizzato da Mountain View per la vendita di spazi pubblicitari.
Le televisioni da analogiche stanno diventando piano piano tutte digitali. Ciò significa che stanno lasciando spazio libero sulla banda del segnale radio, una banda (quella dei 60 Mhz) limitata e che fa gola a molti. Non stupisce quindi che adesso vogliano partecipare all’asta per le licenze anche le compagnie telefoniche ed i consorzi per la diffusione della connettività wireless a banda larga oltre agli operatori via cavo e via satellite.
Quello della creazione di un network nazionale digitale senza fili è l’obiettivo di molti gruppi di interesse che vogliono aggiudicarsi fette importanti dello spettro. Per tale motivo Google vorrebbe applicare il suo sistema d’aste, così da ottimizzare la distribuzione, cosa che secondo le valutazioni di Mountain View non sarebbe stata finora posta in essere nella maniera migliore. «La ragione principale per cui facciamo questo è che non ci sono abbastanza opzioni di banda larga per i consumatori» ha dichiarato a CNet Adam Kovacevich, portavoce di Google a Washington: «crediamo infatti che lo spettro sia stato allocato in maniera inefficiente».
Il problema con i sistemi d’asta usati in passato riguarderebbero il fatto che in generale tutti quanti richiedono pagamenti anticipati, lasciando poi poche risorse alle aziende per costruire infrastrutture, cosa che va a discapito dei consumatori. Al momento dunque l’interesse di Google non sarebbe quello di aggiudicarsi frequenze, ma di garantire un sviluppo che sia il migliore possibile grazie ad un sistema altamente competitivo.