Assocomunicazione pubblica mensilmente report e statistiche relativi agli investimenti sui Media tradizionali (Tv, Stampa, Radio, Cinema) rispetto agli altri cosiddetti non convenzionali o “new media” (si veda Internet e le attività legate al marketing digitale e al direct marketing).
Proprio quest’ultimo è oggetto di controversie per il suo essere naturalmente invasivo: gli apocalittici sostengono che le cassette postali sono invase da comunicazioni indesiderate e mai prese seriamente in considerazione dai destinatari, che cestinerebbero tutto senza destare alcuna attenzione alle missive recapitate.
Da entusiasta del Marketing e della Comunicazione, non trovo nulla di male nel ricevere offerte promozionali dirette alla mia persona, né sul canale tradizionale (posta cartacea) né su quello digitale. Ho sempre visto di buon occhio quello che oserei chiamare “spam intelligente”, ovvero un utilizzo sensato di database profilati utili all’invio di comunicazioni realmente targhettizzate e perciò efficaci.
Insomma, ben contento di ricevere un’offerta anche senza un consenso esplicito all’utilizzo dei miei dati. In molti paesi del Nord Europa e in Canada hanno ribaltato la regola dell’opt-in trasformando l’email marketing e il direct marketing in strumenti di vendita del tutto regolari e privi dello stuolo di denigratori a cui siamo abituati noi.
Voi come la vedete? Storcete il naso quando sentite parlare di Direct Marketing? Aprite le buste che odorano di pubblicità indesiderata oppure non le considerate degne di attenzione?