Durante una ricerca di news, mi sono imbattuto in questa interessante inchiesta sul mondo del lavoro, diretta dall’agenzia specializzat, Page Personnel.
L’inchiesta nasce basandosi su questo preciso quesito: quali sono i motivi che spingono gli italiani a cambiare lavoro?
I motivi presi in considerazione sono diversi, ma è uno, quello con la percentuale maggiore, a tenere banco. Ben il 63,2% degli italiani, cambia lavoro con la speranza di avere prospettive professionali migliori.
Questa percentuale contiene al suo interno persone comprese tra i 20 e i 55 anni, con particolare concentrazione nella fascia 25-30. La gran parte di queste persone, proviene da aziende piccole o a carattere famigliare, all’interno delle quali il compito svolto non risponde alle aspettative.
Vicini, poi, in quanto a percentuale, gli altri motivi. Tra di essi spicca senza dubbio la necessità di cambiare, a causa di condizioni salariali inadeguate.
Tuttavia, coloro i quali cambiano per via dello stipendio (7,4%), non hanno un’età superiore ai 30 anni, e questo perché fino a quell’età, la domanda di forza-lavoro è ancora accettabile.
Poi, con l’avanzare degli anni, ovviamente le possibilità diminuiscono, e un contratto a tempo indeterminato è sempre più ricercato.
All’ultimo posto, con la percentuale più bassa (1,8%), vi è una motivazione abbastanza singolare. Infatti, le persone che vi appartengono, dichiarano di voler cambiare lavoro per presentarsi ai colloqui, in modo tale da scoprire il loro valore sul mercato del lavoro. Tale motivazione prende il nome di Benchmark di mercato.
Di seguito, trovate la classifica completa delle motivazioni, stilata da Page Personnel:
Prospettive professionali migliori: 63,2 % ; azienda in difficoltà: 9,9 % ; nuova tipologia di lavoro: 9,2 % ; ragioni personali: 8,5 % ; salario insufficiente 7,4 % ; benchmark di mercato: 1,8 % .