Il pulsante “Mi Piace” su Facebook è diventato oggi uno dei simboli del social network di Mark Zuckerberg: viene utilizzato per esprimere un apprezzamento a un post, a un link, a un contenuto media o a un prodotto. Il “Mi Piace” è ormai segno forte lasciato su una bacheca, un passaparola importante, qualcosa che dona maggiore visibilità a una qualunque azione. È possibile, ma anche molto remota, la possibilità che sbarchi su Facebook anche il “Non mi piace“.
Nel corso della conferenza F8 che si è svolta nel mese di settembre, Facebook ha illustrato oltre alla Timeline anche l’Open Graph, che apporta importanti cambiamenti a livello strutturale. Oltre al “Mi Piace”, su Facebook sarà possibile utilizzare con la nuova struttura anche altri verbi; l’utente potrà indicare se sta per “[guardare] un film”, oppure se sta per “[cucinare] una ricetta” e via dicendo. Molti sviluppatori hanno visto nella nuova feature la possibilità di adottare un escamotage per creare un pulsante “Dislike“, richiesto da sempre a gran voce da milioni e milioni di iscritti a Facebook.
Attualmente però Facebook ha disabilitato la possibilità di utilizzare determinate parole chiave nel processo di attivazione dell’Open Graph: quando si inserisce infatti la keyword “Dislike” si ottiene un messaggio negativo, così come altre parole che esprimono sensazioni di antipatia. Ma perché Facebook ha deciso di bloccare alcune parole?
È tutta una questione di marketing. Facebook ha infatti costruito il cuore della sua piattaforma nel pulsante “Mi piace”: i milioni di utenti che animano una community significano miliardi e miliardi di “Mi piace”, miliardi di segnalazioni, miliardi di click, un traffico maggiore e di conseguenza introiti maggiori. Per le aziende che pubblicizzano marchi e prodotti, tale pulsante è una vera e propria fortuna, di conseguenza l’introduzione di un pulsante “Non mi piace” andrebbe a stravolgere la situazione e potrebbe avere riscontri potenzialmente disastrosi per il marketing su Facebook.
Ad oggi, un utente può esprimere il mancato apprezzamento per un prodotto o per un marchio o un’antipatia verso lo stesso esclusivamente lasciando un commento. Ecco quindi perché è difficile che Facebook introduca in futuro un’opzione del genere, anche se in molti non sono d’accordo poiché agendo in tal maniera si va limitare l’opinione di un utente. Possibile che in futuro la situazione comunque cambi, qualora l’azienda di Mark Zuckerberg trovi un modo per aggirare l’ostacolo e non sfavorire il comparto marketing.