Perché la Consob ha vietato due criptovalute

La Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, ha messo al bando il trading con Sun Capital e chiuso due siti che vendevano criptovalute.
Perché la Consob ha vietato due criptovalute
La Consob, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, ha messo al bando il trading con Sun Capital e chiuso due siti che vendevano criptovalute.

La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, meglio conosciuta come Consob, ha rilasciato una dichiarazione sul proprio sito web per mettere in guardia gli investitori italiani dall’effettuare azioni di trading con Sun Capital. Oltre a ciò, l’organo ha deciso di dichiarare guerra alle piattaforme che vendono monete crittografiche non ben specificate, procedendo con la chiusura di due società che potrebbero rappresentare un problema di truffa per i consumatori.

Partiamo dal principio: Sun Capital. La compagnia è responsabile per il sito TradeU2, che offre servizi di broker di cambio ma non è regolamentata da alcuna giurisdizione. Senza indicare dove si trovi sul territorio nazionale o estero oppure preoccuparsi di fornire una minima parvenza di legittimità alle nozioni indicate online, TradeU2 è considerato dalla Consbob un portale truffa, che tenta di ottenere quattrini tradizionali in cambio di monete che non esistono o non sono presenti nel portafoglio dell’azienda.

Andando avanti, la Consob ha deciso di bandire anche due società di trading crittografico online: Bitsurge e Green Earth Crytpo, più o meno per lo stesso motivo di Sun Capital. Appare strano che per dotarsi di Surge, il token proprietario, non si possa pagare con moneta reale ma solo altra criptocurrency, un’indicazione di come i fautori del portale, una volta ricevuto il denaro, possano riceverlo senza lasciare traccia alcune delle loro identità.

Per quanto riguarda Green Earth, persino la Consob non è riuscita a individuare l’azienda principe, limitandosi col dire che il sito abbia il solo obiettivo di vendere i loro prodotti attraverso una pagina di Facebook, donando tramite i token addirittura degli appezzamenti di terreno, dislocati non si sa dove. Le truffe sono più o meno le stesse, nel corso degli anni, cambiano le modalità ma l’attenzione deve rimanere alta.

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