In una settimana ha raccolto un milione e mezzo di visite. Un minuto per una lunga storia d’amore, raccontata da un bambino, che ribalta le teorie della pubblicità. La storia di “Perché mi piaci” è un fenomeno del Web 2.0, perché questa pubblicità, che tutti vogliono, inizialmente era stata snobbata.
Lo spot riprende il concetto latino di “scripta manent” (quel che è scritto resta) e sta facendo innamorare la Rete, come i suoi creatori, tre giovani creativi milanesi, non avrebbero mai immaginato. Soprattutto se si considera che la loro idea era stata scartata dagli addetti ai lavori perché considerata deprimente.
Il racconto, infatti, lascia intendere un ideale passaggio dalla freschezza delle parole del bambino verso la sua fidanzatina alla vecchiaia di una coppia, la malattia e l’inesorabile fine di un’esistenza. Eppure, colpisce e commuove.
Davide Mardegan, 26 anni, co-fondatore dell’agenzia Cric insieme al coetaneo Clemente De Muro, copywriter, e Niccolò Dal Corso, 28enne produttore esecutivo, hanno avuto l’idea di girare comunque lo spot e postarlo su Vimeo e sui loro rispettivi profili.
Il successo è stato incredibile: il video è cliccato in tutto il mondo (grazie ai sottotitoli in inglese) e sta diventando un allegato ideale per le dichiarazioni d’amore. C’è chi manda il link al video, chi trascrive il testo e lo pubblica sul proprio blog, sul profilo Facebook o sulla bacheca di un amico o un’amica.
Dalla stroncatura, probabilmente frettolosa, dei soliti esperti, ora la società ha aperto le trattative per garantire al miglior offerente questo medesimo spot, da girare nuovamente inserendo il marchio.
Miracoli delle reti sociali, del rating dal basso al quale ogni prodotto, ogni tipo di comunicazione dovrà sempre più abituarsi a sottostare. E come insegna la vicenda di questi tre ragazzi che hanno deciso di fare in proprio, dietro l’angolo c’è la grande occasione.
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