È Pete Townshend, membro storico della rock band The Who, a sferrare un nuovo attacco verbale nei confronti di iTunes e della politica adottata da Apple per la distribuzione dei contenuti musicali. Secondo il chitarrista, la piattaforma rappresenterebbe un vero e proprio “vampiro digitale”, che invece di favorire la diffusione di album e brani li priva del loro reale valore, a causa dell’elevato margine trattenuto dall’azienda di Cupertino sul prezzo di vendita.
Lo sfogo è stato raccolto dai microfoni della BBC, ai quali Townshend ha parlato della sua visione in merito all’attività di Apple, che al posto di promuovere l’attività di artisti e band, aiutando i talenti meritevoli ad emergere, si limita a sfruttarli come risorse per fare profitto, forte della propria immagine di leader nel settore del digital delivery.
Un comportamento di questo tipo sarebbe alla base delle crescenti difficoltà che oggigiorno attanagliano il mercato musicale, a partire dall’impossibilità di combattere in modo efficace la diffusione della pirateria sui circuiti di file sharing, per arrivare alla mancanza di veri e propri punti di riferimento per gli artisti, cosa che avveniva nei decenni passati, o per dirla con le liriche degli Who, nella “My Generation” di Pete Townshend.
Il musicista non si è però soltanto lasciato andare ad uno sfogo nei confronti di ciò che rappresenta oggi iTunes, ma ha anche proposto una possibile soluzione in grado di invertire una tendenza innescata negli ultimi anni con l’avvento dei lettori multimediali portatili e con la diffusione dei formati digitali a discapito dei CD. Per Townshend, 67 anni il prossimo maggio, Apple dovrebbe investire parte dei profitti nella ricerca di talenti nascosti, così da assicurare i mezzi necessari alla nascita di nuove realtà in ambito musicale, con ovvi benefici per tutti i protagonisti del settore.