In seguito alle polemiche scaturite dopo l’improvvisa eliminazione delle applicazioni per adulti dell’App Store, Phil Schiller in persona è sceso in campo per giustificare l’operato di Apple, anche se probabilmente le risposte fornite non accontentano i più.
Il fatto è che Apple riceveva lamentele continue da un pubblico piuttosto variegato e che evidentemente ignorava l’esistenza del “parental control” (controllo dei genitori):
Siamo arrivati al punto in cui ci arrivano rimostranze da donne che ritengono degradanti e discutibili i contenuti dell’App Store, così come di genitori che sono sconvolti per quello che i figli sono riusciti a vedere.
Ed è ovvio, afferma Schiller, che Apple abbia riguardo per i propri sviluppatori, ma alla fine ha dovuto anteporre il bene di bambini e genitori agli affari. Al che, qualcuno ha domandato come mai Sports Illustrated e PlayBoy continuino a poter vendere le proprie applicazioni indisturbati sullo store, e la risposta è stata spiazzante:
La differenza è che questa è una società famosa con materiali pubblicati precedentemente e disponibili in formati molto ben accetti dal pubblico.
Al momento, si vocifera che le applicazioni estirpate siano una cinquantina, ma il dato potrebbe non essere definitivo e portare a nuove epurazioni. Una cosa è certa: tutti questi cambiamenti in corso d’opera, sebbene comprensibili, non fanno altro che complicare ulteriormente i rapporti già non proprio idilliaci con la comunità degli sviluppatori.