Phishing, ancora lui. La battaglia in atto contro lo spam ancora non trova fine e già un altro fenomeno si impone con sempre maggiore incisività sulla vita in Rete degli utenti. Il phishing, pratica del simulare un’identità o un messaggio tali per cui si riesce a farsi consegnare dati quali numeri di carte di credito, password o altri dati sensibili, sarebbe infatti in costante e forte aumento.
Il dato arriva direttamente dall’Anti-Phishing Working Group (APWG), agenzia di monitoraggio del fenomeno. Le segnalazioni di casi identificabili come “phishing” sono infatti aumentate con una media mensile del 50% per tutti i primi 6 mesi dell’anno, confermando così un trend già previsto anche da altri enti quali Websense o Gartner: 1.422 nuovi attacchi in Giugno, il 19% in più rispetto al mese precedente e ben 12 volte in più rispetto al Dicembre 2003.
I marchi più sfruttati per le iniziative fraudolente intraprese sono eBay (33%), Citybank (17%) e PayPal (16%): i tre nomi sul podio occupano da soli il 66% del totale dei messaggi registrati e vengono inseguiti a distanza da Earthlink (6%), Visa (4%), AOL (4%). Secondo la National Hi-Tech Crime Unit (NHTCU) il phishing non solo starebbe aumentando in quantità, ma starebbe anche affinando le proprie caratteristiche tecniche accompagnandosi non raramente da eseguibili in grado di controllare i computer vittima al fine di entrare in possesso dei dati desiderati.
Il phishing, inoltre, risulta essere prevalentemente originato su server situati negli States: il 27% dei siti incriminati è infatti negli USA, contro il 20% della Corea del Sud ed il 16% della Cina. Paesi quali l’Inghilterra ospitano appena l’1% del totale dei server segnalati.