Due eventi separati, ma quantomeno simili, che hanno luogo in punti diversi del pianeta mettono nuovamente sotto i riflettori il ricambio generazionale nel mondo della criminalità quando si parla di informatica. Cagliari in Sardegna e Hamilton nella Nuova Zelanda sono infatti stati teatro di arresti importanti che coinvolgono cracker minorenni.
Nel caso dell’operazione avvenuta dall’altra parte del mondo si è trattato di un gruppo di ragazzi ritenuto responsabile di svariati crimini informatici che hanno condotto alla violazione di circa 1,3 milioni di computer di tutto il pianeta, rubando tra le altre cose milioni di euro da svariati conti bancari. Le pene per Akill, il capo della gang, vanno dai dieci anni di carcere ai 100mila euro di multa. Si trattava di un team che faceva ampio uso di botnet, software in grado di prendere in automatico il controllo di diversi computer, con i quali ha sottratto dati sensibili dei proprietari oltre a numeri di carte di credito e dettagli sui conti bancari. L’affare era diventato un vero business, per il quale Akill era anche profumatamente pagato.
Storia simile quella che ha avuto luogo a Cagliari dove ancora una volta una gang di pirati informatici (molti dei quali minorenni) hanno perpetrato reati contro privati e aziende quali poste, banche e istituti di credito. Il mezzo prediletto era quello del phishing, ma non si trattava di un esercito di mercenari, bensì di ragazzi che poi spendevano in prima persona i soldi rubati.
Per arrivare all’arresto sono state necessarie numerose perquisizioni da parte della Polizia Postale della Sardegna con la collaborazione dei reparti di Lazio, Puglia e Lombardia, nonchè dell’ufficio “Security & Safety Fraud Managment di Poste italiane s.p.a.” di Roma.