Twitter non ha forse ancora trovato un proprio modello di business, ma il brand sta catalizzando attenzioni sempre maggiori e, con esse, anche continue iniezioni di nuovo danaro utile ad investire e crescere. Oggi Twitter è un fenomeno in continua ascesa che ha saputo ritagliarsi un mercato proprio, ma quando si ipotizzano nuovi usi o nuovi profili a pagamento il tutto sembra scricchiolare sotto il peso di una responsabilità troppo pesante per essere sorretta da un servizio che, ad oggi, ancora non si sa come poter adoperare a fini di profitto.
L’ultima grande opportunità proviene da Benchmark Capital ed Institutional Venture Partners, i quali hanno messo a disposizione del gruppo qualcosa come 35 milioni di dollari (non esattamente poco, alla luce dell’attuale stato di incertezza dell’economia, momento in cui il denaro fresco è ossigeno puro). Per Twitter trattasi della terza ondata di finanziamenti: 15 milioni in una prima ondata, 5 milioni nella seconda, 55 milioni complessivi ad oggi. Chiaro il giudizio del gruppo sul generoso obolo in entrata: «un’offerta che non potevamo rifiutare».
Business a parte, il successo di Twitter pare indiscutibile. La lingua batte dove il dente duole, però, ed in riferimento a questo aspetto si spiega sul blog del servizio: «siamo posizionati estremamente bene per supportare l’accelerazione nella crescita del nostro servizio […] e sì, per iniziare a costruire un prodotto in grado di generare introiti.
Una nuova ricerca Pew Internet and American Life Project (pdf), nel contempo, ha valutato in una quota dell’11% il numero di cittadini USA che hanno già usato un servizio come Twitter o similare. L’età media risulta essere di 31 anni circa, quota che scende a 27 per MySpace e 26 per Facebook. Il sondaggio, condotto con interviste telefoniche estese su un panel di 2,253 utenti, restituisce un’estensione di utilizzo praticamente doppia rispetto allo scorso maggio: basta questo dato per rendere evidente quanto il comparto generi meritato interesse.
Il sondaggio indica inoltre una preferenza per Twitter da parte degli utenti in mobilità, situazione che ben si sposa con la brevità e l’immediatezza degli update sul servizio. Allo stesso modo, la maggior parte degli utenti Twitter ha un cellulare e lo utilizza per inviare SMS, strumento di comunicazione del tutto similare ai “cinguettii” in rete. Ancora, l’utenza Twitter dimostra una maggior inclinazione al blogging avendo approcciato lo strumento con molta più frequenza rispetto all’utente medio del Web. All’incrocio tra questi dati c’è Twitter: uno strumento agile, veloce, interattivo. Uno strumento che piace (+900% degli utenti attivi nel giro di un solo anno), ma ancora e sempre uno strumento che non si sa come poter utilizzare per trasformare i cinguettii in dollari.