Secondo un rapporto pubblicato oggi da EUIPO, ovverosia l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale incaricato di gestire i marchi dell’Unione europea e i disegni e modelli comunitari registrati, contraffazione e pirateria dilagano in Europa. Il business dei contenuti illegali sul web vale addirittura quasi 1 miliardo di euro e, tra i vari Paesi dell’Unione, l’Italia è quella che vanta il triste primato sul mercato dei film pirata, con quasi il 58% della quota di mercato in tutto il Vecchio Continente.
Pirateria, è record in UE
La relazione inerente la violazione del diritto d’autore online nell’Unione europea prende in esame il consumo di contenuti lesivi del diritto d’autore nei 28 Stati membri dell’UE, per programmi televisivi, musica e film, utilizzando svariati metodi di accesso da PC o mobile, compresi streaming, download, torrent e software per la copia di musica da CD (ripping), piratati digitalmente in un arco di 21 mesi. La relazione attinge anche a fonti di dati quali Eurostat e l’Osservatorio europeo dell’audiovisivo.
Secondo i risultati dello studio realizzato dall’Ufficio UE per la proprietà intellettuale, un europeo su dieci, in media, ha dichiarato di aver acquistato merce contraffatta, trovandosi in difficoltà anche nel distinguere le fonti legali di contenuti digitali da quelle illegali, mentre oltre un terzo degli europei si è interrogato sull’originalità di un prodotto acquistato. La percentuale più alta di consumatori esposti a indicazioni fuorvianti si registra in Bulgaria (19%), Romania (16%) e Ungheria (15%), mentre Svezia (2%) e Danimarca (3%) fanno registrare le cifre più basse.
Dal canto loro, il 6% degli italiani afferma di essere stato indotto con l’inganno ad acquistare prodotti contraffatti, mantenendo in tal senso i dati sotto la media dell’UE. I prodotti contraffatti nel complesso rappresentano il 6,8% delle importazioni dell’Unione europea, per un valore di 121 miliardi di euro. L’Italia, come scritto, è una delle prime destinazioni di arrivo di prodotti contraffatti via mare, con una quota sul volume totale del 12,8% di ingressi.