PlayBook, è tutta una questione di tempo

Research in Motion ha plasmato a fondo la propria offerta per la mobilità, ma sembra scontare un certo ritardo. Dovrà ora giocar bene le proprie carte
PlayBook, è tutta una questione di tempo
Research in Motion ha plasmato a fondo la propria offerta per la mobilità, ma sembra scontare un certo ritardo. Dovrà ora giocar bene le proprie carte

Sì, il nuovo BlackBerry PlayBook sembra promettere qualcosa di entusiasmante. La promessa si basa su performance e servizi, peculiarità e simbiosi, qualcosa che sembra differenziare fin da subito l’offerta rispetto alla concorrenza e soprattutto rispetto all’iPad. Ma gli annunci sono sempre luminosi e scintillanti e spesso più meravigliano, più nascondono. Nella fattispecie RIM sembra nascondere un elemento, un dubbio, un vizio: il ritardo.
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Il BlackBerry PlayBook esiste, ma non c’è. Le immagini sono quelle ufficiali, i dettagli sono ancora parziali, ma due dettagli sono al momento celati: primo, il prezzo; secondo, i tempi esatti di rilascio sul mercato. Gli USA dovrebbero vedere il tablet nei primi mesi del 2011, l’UE dovrebbe vederlo soltanto durante la seconda metà dell’anno venturo. Da oggi al momento in cui PlayBook giungerà sotto gli occhi delle aziende, insomma, passeranno ancora molti mesi. Ed a quel punto il mercato sarà molto diverso da quello odierno.

L’iPad ha lanciato la sua rivoluzione partendo dal consumer, ma sta guardando con sempre maggior convinzione al comparto business. Nel mondo Android non si fa mistero di ambizioni business e Google cerca partner nel settore per riuscire a lanciare la propria sfida basata sul cloud. Anche Cisco ha annunciato il proprio impegno in tal senso, mentre HP, Dell ed altri ancora potrebbero presto portare sul mercato ulteriori device per realtà enterprise. A questo punto, con una nicchia tanto frammentata, quale spazio residuo potrebbe rimanere?

L’offerta BlackBerry è seria e strutturata poichè guarda a tutti gli aspetti della filiera: ci sono nuovi strumenti per gli sviluppatori, ci sono tool di analisi e servizi di advertising, ci sono adeguate misure per facilitare l’adozione in azienda. Il brand BlackBerry e l’esperienza RIM nel settore, inoltre, sono una importante garanzia. Però i conti potrebbero non tornare comunque, e se così sarà la colpa ricadrà molto probabilmente sulla tempistica.

Quando il BlackBerry PlayBook giungerà sul mercato, infatti, avrà un forte handicap da scontare: la mancanza di connettività 3G. Al momento, con un rapido cenno sul comunicato ufficiale, BlackBerry si limita a preannunciare future release con moduli 3G e 4G, ma senza tempistiche e senza riferimento alcuno. Si può interpretare la cosa soltanto in un modo: la prima generazione del device sarà esclusivamente dotata di connettività Wifi, costringendo così ad un uso simbiotico con lo smartphone o ad una impossibile limitazioni alle reti aperte offerte in azienda. La mobilità risulta compromessa fin dal principio, insomma, ed in assenza di opportune soluzioni il tablet risulta carente proprio ove dovrebbe riuscire a fare la differenza.

Per essere un prodotto completo, insomma, al BlackBerry PlayBook servirà tempo. Per raccogliere gli sviluppatori a corte e generare un ecosistema virtuoso di app attorno ai propri device, servirà tempo. Per rendere remunerativo il proprio braccio advertising, servirà tempo.

RIM ha grosse possibilità e grosse capacità. Ma ha poco tempo e troppa concorrenza. La sua partita verrà giocata tutta su questo piano. In borsa lo scetticismo ha subito preso piede ed il titolo ha vissuto il suo primo giorno post-PlayBook in mood negativo (-3% in chiusura).

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