Più volte la mia mente ha tracciato un ponte tra la Playstation 3 e l’indimenticabile computer Amiga, vedendo un parallelismo tra la sfida lanciata da Xbox 360 alla console di casa Sony e la disputa giocatasi anni ed anni fa tra l’Atari ST e l’Amiga. E’ alquanto ardito cercare di tracciare un paragone tra un computer degli anni 80 e una console di ultima generazione, tuttavia alcuni elementi continuano a suonarmi familiari.
- l’Amiga è uscito circa un anno dopo l’introduzione dell’ST, trovando un terreno già ben fertilizzato da Atari, praticamente quanto è successo con la Playstation 3, uscita circa un anno dopo la controparte Microsoft, la quale si era già creata un parco utenti e giochi ben consolidato;
- l’Amiga possedeva alcuni chip custom di femminea memoria che se utilizzati con sapienza potevano dar vita ad una magica sinergia di bit, l’esatto contrario dell’Atari ST dove i programmatori dovevano darci dentro solo di CPU. La macchina Sony sfoggia la sua bella CPU Cell, coadiuvata da otto unità Synergistic Processing Elements (SPE) a cui possiamo aggiungere il lettore Blu-ray (forse la differenza di capacità dei supporti utilizzati dalle due console può essere paragonata a quanto accadeva con i preistorici floppy disk dei due vecchi computer, 720K contro 880K del floppy Amiga) e il controller SixAxis, capace di donare una dimensione in più ai giochi se opportunamente sfruttato;
- la prima generazione di giochi non sfruttava affatto le capacità extra di Amiga, i quali risultavano spesso identici alla controparte Atari se non peggiori (bisogna ricordare infatti che l’ST poteva sfoderare 0,84 Mhz in più nella potenza di calcolo, valore capace a quei tempi di fare la differenza). Neppure la PS3 sembra aver ancora sfoderato tutte le sue armi e a detta della stessa Sony i risultati li vedremo solamente tra qualche anno;
- il prezzo dell’Amiga era inizialmente decisamente superiore alla macchina concorrente, fattore che ha ha inevitabilmente influenzato le vendite. Successive riduzioni di prezzo hanno però via via livellato di dislivello, la stessa operazione che sta cercando di effettuare Sony con la sua console (anche se a discapito di alcune funzionalità).
Quando i programmatori si decisero a spremere per bene la macchina Commodore, si è assistito all’inizio di una gara virtuosa nella quale ognuno affermava di aver creato il gioco con il maggior numero di colori, la maggior quantità di livelli in scrolling parallattico, il maggior numero di sprite e molto altro ancora. Come risultato l’Amiga mandò piano piano fuori carreggiata l’Atari ST relegandolo come macchina per musicisti. Mi domando se la stessa cosa succederà con le console di ultima generazione prodotte da Sony e Microsoft e soprattutto se la PS3 possiede veramente quella marcia in più capace di dare il via alla inversione di tendenza. Certamente il Cell non è una bestia facile da domare come ha affermato John Carmack, il quale ritiene che sviluppare per tale processore richieda il doppio del lavoro e le recenti dichiarazioni di Gabe Newell (il quale definisce la PS3 “un disastro totale a vari livelli”), lasciano un tantino perplessi, ma la storia insegna che quando il mercato legato ad una macchina diventa interessante anche le barriere più ardue vengono magicamente superate (Playstation 2 insegna).