Il crack del PlayStation Network ha lasciato gravi scorie sul mercato Sony. Il danno materiale si aggiunge infatti al danno di immagine ed entrambi segnano per il gruppo una parentesi particolarmente nera che l’utenza faticherà a dimenticare (complessivamente è stato valutato un danno complessivo da 173 milioni di dollari, ma la stima è probabilmente al ribasso). Il passaggio non poteva pertanto passare senza che qualche alto responsabile del gruppo non pagasse pegno per il danno subito dall’azienda.
La prima testa a cadere è quella del responsabile primo dell’area videogame, Kazuo Hirai. Hirai, a Chief Executive della Sony Computer Entertainment, è stato infatti tirato in ballo tanto per quanto concernente il PSN quanto in relazione ai successivi attacchi ai server Sony (trafugati, in tutti, i dati relativi ad oltre 100 milioni di utenti in tutto il mondo). Sua la responsabilità dei problemi di sicurezza evidenziatisi, sua la responsabilità per il ritardo delle segnalazioni, sue le responsabilità per le difficoltà nel ripristino dei server e della sicurezza degli utenti. La decisione era pertanto attesa e per molti versi inevitabile.
Hirai lascerà il posto il 1 settembre dopo 5 anni di leadership e sarà sostituito da Andrew House, già a capo del comparto videogame per l’area europea. L’estate chiuderà i problemi passati e l’autunno aprirà la porta al futuro: si riparte dalla PlayStation Vita, anzitutto, e da un nuovo CEO che dovrà far tesoro degli errori del passato con la consapevolezza del fatto che saranno il primo handicap per la ripartenza.
Il passo indietro di Hirai potrebbe però avere anche un altro significato. Secondo alcuni analisti, infatti, la storia del responsabile nel gruppo non è passata inosservata ed il crack del PSN potrebbe non minare troppo la sua posizione. La sua dipartita dal ramo Sony Computer Entertainment potrebbe pertanto preludere ad una candidatura ancor più ambiziosa verso la sostituzione del CEO della corporation, il 69enne Howard Stringer.