Una delle difficoltà maggiori delle NGN, cioè le tanto attese reti di seconda generazione in fibra ottica, sono gli elevatissimi costi che dipendono proprio dall’utilizzo della fibra. E se ci fosse la possibilità di abbattere questi costi? La risposta a questa domanda arriva da un progetto condotto dall’università di Bologna e da un’università olandese il cui risultato è POF (Plastical optical fiber), una particolare fibra ottica a basso costo.
L’attuale fibra tradizionale è fatta in vetro, questa in plastica. Non offre proprio le incredibili prestazioni di quella tradizionale, ma garantirebbe una velocità 53 volte superiore rispetto alle reti attuali.
Il tutto a costi bassissimi grazie alla non necessità di lavorazioni particolari e sopratutto alla facilità di installazione. Nella fibra tradizionale infatti, ogni filo deve essere non più spesso di un centesimo di millimetro, mentre nella fibra in plastica questi fili potrebbero risultano spessi 1 millimetro.
Insomma questa nuova soluzione potrebbe essere tranquillamente utilizzata per creare la rete a banda larghissima e precisamente sfruttata nella tratta finale sino a casa dell’utente, lasciando la fibra tradizionale per le dorsali.
La fattibilità di questo progetto ha destato parecchio interesse attorno alla possibilità di sfruttamento reale di questa tecnologia. Che sia questa la piattaforma giusta per portare l’alta velocità a tutti?