Nel corso del 2016 è stata presentata una causa contro Niantic, creatore di Pokémon GO, da numerosi proprietari di case che ritenevano che la società avesse indotto i giocatori a sconfinare nelle loro proprietà per acchiappare i mostriciattoli o usufruire dei Pokéstop. Era il periodo in cui il famoso gioco mobile stava al culmine della sua popolarità, di conseguenza gli utenti intenzionati a catturare le creature virtuali erano una moltitudine.
Adesso i proprietari delle abitazioni hanno proposto un accordo che, qualora venisse accettato dal giudice in California, costringerebbe l’azienda a nuove restrizioni per il suo titolo. Anzitutto Niantic dovrà tenere conto di ogni reclamo nel tentativo di evitare un posizionamento inadeguato delle creature in realtà aumentata; nel caso in cui i reclami fossero relativi alla locazione di Palestre o PokéStop, la società dovrà trovare una soluzione entro 15 giorni.
E ancora, ogni volta che il sistema rileverà un Raid con oltre 10 giocatori riuniti, lo sviluppatore dovrà ricordare agli utenti con un messaggio – che comparirà sui loro display – di essere cortesi e rispettosi dell’ambiente circostante. Niantic sta poi collaborando con servizi di navigazione come Google Maps per mitigare eventuali problemi simili.
La causa risale al 2016, quando alcuni residenti negli Stati Uniti si sono infuriati per via di centinaia di giocatori di Pokémon GO che talvolta invadevano le loro proprietà private. Alcuni cittadini della Florida hanno descritto i giocatori come “zombi alla ricerca di qualcosa”. Nei giorni scorsi Niantic ha annunciato una modalità chiamata Foto GO, grazie alla quale i giocatori avranno la possibilità di fotografare i propri pokémon in qualsiasi momento e non soltanto nella schermata di cattura. Sarà disponibile con il prossimo aggiornamento.