Nella comunità di appassionati videogiocatori si sta scatenando nelle ultime ore una dura polemica contro Capcom e la policy adottata dal gruppo giapponese per gli ultimi contenuti scaricabili aggiuntivi di Resident Evil 5. Questi DLC aggiungono una buona modalità multiplayer al già ottimo survival horror giapponese.
Ma sono le dimensioni (ridottissime) degli eseguibili che hanno fatto scalpore. Il DLC per Xbox 360 era di appena 1.8 MB e quello PS3 addirittura di soli 351KB. Da qui sono sorte molte lamentele del pubblico che ha pensato che queste fossero semplici chiavi per sbloccare contenuti in effetti già esistenti e non era corretto venderli come contenuti aggiuntivi a pagamento.
È intervenuto sui forum ufficiali Capcom il vicepresidente dello sviluppo strategico e business Christian Svensson che ha chiarito: “Le chiavi sono 100k o meno. Queste non sono chiavi. Lo abbiamo detto in passato, il DLC usa assetti dal disco (come livelli, modelli, audio ecc), ma il codice è nuovo e non esiste sul disco”.
I fan non sono convinti nè contenti di questa spiegazione. È chiaro che gran parte del materiale (se non quasi tutto) usato per questo DLC era già pronto ed inserito nel disco originale, quindi perchè non venderlo subito con il gioco? Le ipotesi che vengono avanzate vedono questa come una precisa strategia Capcom: sviluppare tutto all’inizio e poi rivendere pezzo per pezzo il contenuto già posseduto (ma non facilmente accessibile) dai videogiocatori.
Potrebbe però essere anche vera una diversa ipotesi e cioè quella di un lavoro sul multiplayer iniziato ma non testato o completato a dovere e questo DLC sarebbe in effetti solo una patch di completamento. In entrambi i casi siamo certi che la rapida diffusione di contenuti aggiuntivi, scaricabili e a pagamento, stia cambiando la percezione del mercato e le aspirazioni di molti publisher di videogiochi.