Policy Google, il Congresso USA scrive a Larry Page

La policy unificata introdotta da Google per la gestione della privacy non convince il Congresso USA, che ha chiesto a bigG alcuni chiarimenti.
Policy Google, il Congresso USA scrive a Larry Page
La policy unificata introdotta da Google per la gestione della privacy non convince il Congresso USA, che ha chiesto a bigG alcuni chiarimenti.

Le nuove metodologie per la gestione della privacy presentate da Google nei giorni scorsi, come prevedibile, stanno facendo discutere. A poco è servita la promessa di limitarsi a semplificare l’esperienza di utilizzo per chi fruisce dei servizi: il Congresso USA ha chiesto ai vertici di bigG chiarimenti sulla questione.

Alcuni rappresentanti del parlamento a stelle e strisce hanno infatti firmato una lettera indirizzata a Larry Page, nella quale l’attenzione è focalizzata in primis sull’impossibilità di opt-out. Chiunque è in possesso di un account Google dovrà dunque accettare a partire dal 1 marzo la nuova policy, pena la cancellazione del profilo e dei dati a esso collegati in piattaforme come Gmail, YouTube, Google+, Docs e altro ancora.

I membri del Congresso chiedono poi di far luce sull’utilizzo che la società di Mountain View farà delle informazioni ottenute dagli utenti, per capire se le modifiche apportate costituiscono un potenziale pericolo per la privacy. Una questione sulla quale Google si è già pronunciata, confermando che i dati sensibili non saranno condivisi con terzi e che la loro elaborazione avverrà come accaduto finora nel pieno rispetto delle normative vigenti.

Da parte sua, l’azienda continua a ribadire che per l’utenza non ci saranno modifiche, se non quelle positive dettate dall’elaborazione incrociata dei dati appartenenti ai diversi servizi (nel filmato in streaming di seguito si fa il classico esempio della ricerca per il termine “jaguar”). Alle domande ha provato a rispondere Betsy Masiello, con un intervento sul blog ufficiale.

È stato detto molto sulla nostra nuova policy per la gestione della privacy. Alcuni hanno chiesto di renderla più semplice da capire, mentre altri hanno posto delle domande, compresi alcuni membri del Congresso. Pensiamo sia comprensibile.

L’utente continuerà a mantenere controllo e potere di scelta. Non si è obbligati a effettuare il login per usufruire di molti nostri servizi, compresi la ricerca, Maps e YouTube. Con l’accesso, ognuno può semplicemente modificare o disattivare la cronologia delle ricerche, disabilitare la registrazione delle chat in Gmail, utilizzare la modalità Incognito in Crome e altro ancora.

Non registreremo più informazioni sugli utenti. La nuova policy si limita a chiarire che elaboriamo i dati per migliorare i servizi, come già accade da tempo.

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