Quanto denaro occorre per mettersi al volante di una Porsche? 2.000 dollari, a patto di abitare nella città di Atlanta, dove il mese prossimo l’automaker introdurrà il servizio Passport. Ovviamente, con una tale cifra non si diventerà proprietari del veicolo, ma si potrà accedere a una serie di sport car e SUV della casa tedesca. La spesa è da intendersi su base mensile, con una formula che rientra a pieno titolo nei canoni di un classico abbonamento.
I veicoli disponibili sono la 718 Boxster, la 718 Cayman S e altri sei modelli, mentre incrementando lo sforzo economico fino a 3.000 dollari al mese il parco vetture si amplia raggiungendo le 22 unità, inclusa la Cayenne E-Hybrid. Sono comprese le spese relative alle pratiche burocratiche, all’assicurazione e alla manutenzione, mentre l’acquisto del carburante è a carico di chi guida. Prevista anche un’ulteriore quota (500 dollari) da versare per l’attivazione. La prenotazione delle auto avviene invece attraverso un’applicazione disponibile in download (almeno questo gratuito) per Android e iOS. I feedback raccolti nella città di Atlanta saranno importanti per capire con quali modalità estendere eventualmente il servizio ad altri territori.
Sebbene l’accesso a Porsche Passport, considerati i costi, rimarrà probabilmente un’esclusiva dei più benestanti, l’iniziativa risulta interessante poiché si inserisce a pieno titolo in un processo di transizione e metamorfosi che sta progressivamente interessando il mondo delle quattro ruote: quello che porta dal modello di ownership alla usership. Così come già avviene da tempo con le piattaforme di car sharing, anche gli automaker sono sempre più stimolati a offrire una formula di utilizzo dei veicoli che non passa dalla proprietà degli stessi. Si apre l’era del mobility as a service.
Un’altra proposta simile è già stata messa in campo dal Gruppo Wolkswagen con Audi on Demand nella città di San Francisco e Volvo intende fare lo stesso a partire dal prossimo anno, iniziando dalla Svezia.