Una denuncia depositata ieri presso un tribunale della California accusa Nvidia di aver violato le normative di sicurezza e nascosto l’esistenza di alcuni seri difetti in alcune sue linee di chip grafici per almeno otto mesi, il tutto in un crescendo di false testimonianze e dichiarazioni ingannevoli nei confronti dei suoi clienti.
Secondo quanto riportato dall’accusa, il CEO di Nvidia Jen-Hsun Huang e il CFO Marvin Burkett erano già a conoscenza dei problemi legati ai chip grafici sin dal novembre 2007 e nonostante ciò non hanno ritenuto opportuno sospenderne l’utilizzo all’interno dei notebook prodotti dai principali assemblatori di hardware. Nvidia aveva già pubblicamente ammesso il problema il 2 luglio 2008, occasione nella quale il produttore aveva avvisato i possessori di notebook su possibili surriscaldamenti ai componenti interni, capaci in alcuni casi di rendere i computer inutilizzabili. L’annuncio ha avuto come effetto una precipitazione delle azioni legate alla società, il cui valore è sceso a 12,98 dollari, e una riduzione della capitalizzazione a 3 miliardi.
A confermare ulteriormente la tesi dell’accusa, la scoperta di come Hewlett-Packard avesse già iniziato ad aggiornare i BIOS delle proprie macchine ben otto mesi prima della rivelazione da parte di Nvidia; l’aggiornamento serviva ad aumentare l’attività della ventola di raffreddamento affinché il sistema non risentisse eccessivamente del surriscaldamento prodotto dal chip grafico, soluzione tampone che aveva però come effetto la riduzione della durata della batteria.
La denuncia intende prendere lo stato di class action contro Nvidia e chiede danni non ancora specificati; il produttore di chip grafici non ha rilasciato al momento alcun commento ufficiale.