Arriveranno presto in Olanda le “scuole Steve Jobs”: 11 istituti scolastici primari orientati all’insegnamento alternativo, sulla base del genio creativo del compianto fondatore di Apple. E, senza troppe sorprese, per i bambini non vi saranno libri, quaderni o fogli da colorare, bensì tanti iPad.
Il fatto che iPad fosse uno strumento decisamente orientato all’apprendimento fra i bambini è stato dimostrato dal successo di numerose app, alcune sbarcate anche in ambito scolastico vero e proprio, tra scuole materne e asili. Un orientamento approdato anche in Italia, se si considera come qualche tempo fa una classe di un’istituto superiore della bergamasca abbia sostituito libri e bloc-notes con dei fiammanti tablet. Nessuno, tuttavia, ha mai pensato prima d’oggi di escludere totalmente il cartaceo per i bimbi in tenerissima età, anche per agevolare loro l’apprendimento della scrittura. Eppure le scuole “Steve Jobs” mirano proprio a questo.
Non è però tutto: non solo multimedialità, ma anche piena libertà dei bambini di apprendere seguendo le loro più complete inclinazioni. Gli istituti, aperti tutto l’anno dalle 7.30 alle 18.30 a eccezione di Natale e Capodanno, non hanno orari predefiniti d’entrata e d’uscita e nemmeno vi è l’obbligo di frequenza. Inoltre, i bambini dai 3 ai 12 anni non dovranno seguire forzatamente le lezioni: decideranno autonomamente quando studiare e a quali materie dedicarsi, senza interventi esterni nella ricerca delle loro passioni. Così si legge su AppleInsider:
Non ci saranno lavagne, gessetti, aule, professori predefiniti, lezioni formali, banchi, penne, insegnamento frontale, pagelle, incontri con i genitori, voti, campanelle, giorni fissi e vacanze predefinite. Se un bimbo preferirà giocare con il suo iPad anziché studiare, sarà ok. E il bambino sceglierà cosa imparare in base a ciò che lo incuriosisce.
Gli insegnanti avranno più la funzione di veri e propri “coach”: aiuteranno i bambini a sviluppare le loro predisposizioni e li esorteranno nel raggiungere i livelli successivi degli esercizi pensati proprio per loro. Inoltre, grazie all’ausilio delle app di iPad, la scuola non finisce mai: i bambini possono apprendere in qualsiasi momento della giornata solo accendendo il loro tablet e, fatto questo non da poco, le loro attività, l’impegno, i progressi saranno disponibili in tempo reale sia ai genitori che ai maestri, affinché possano essere elaborati piani di studio personalizzati sempre perfetti.
Un modello assolutamente affascinante sulla carta, ma funzionerà nel reale? Il fatto che i bambini possano scegliere autonomamente se giocare o esercitarsi, non li spingerà troppo facilmente sul versante ludico a discapito dello studio? Lo si scoprirà a partire da agosto, quando i primi 1.000 studenti inizieranno il loro percorso. E pare che in pochi anni, almeno stando alle stime, da 11 queste scuole potrebbero diventare addirittura 40.