Cinque enormi turbine posizionate a circa 25 Km di distanza dalla costa di Peterhead, in Scozia, compongono la prima centrale eolica offshore galleggiante al mondo ad entrare in funzione. Un impianto in grado di generare 30 MW di energia, al 100% pulita e rinnovabile, un quantitativo sufficiente a soddisfare il fabbisogno di 20.000 abitazioni.
Ogni pala raggiunge un’altezza complessiva di 253 metri, 78 dei quali nascosti sotto la superficie dell’acqua, ancorata al fondale tramite l’impiego di pesanti catene da 1.200 tonnellate. L’intera struttura è stata battezzata Hywind Scotland ed è il frutto della partnership siglata tra l’azienda norvegese Statoil e l’araba Masdar. L’entrata in funzione dell’impianto costituisce il primo step di un percorso più ampio, che entro i prossimi anni porterà all’installazione di una batteria da 1 MWh (denominata Batwind) all’interno della quale verrà immagazzinata l’energia prodotta, per consentirne una migliore gestione e distribuzione.
In programma anche un’ottimizzazione delle risorse che porterà, secondo i responsabili dell’iniziativa, a ridurre il costo dell’energia prodotta fino alla soglia di 40-60 euro per 1 MWh, entro il 2030. La realizzazione di Hywind Scotland ha costituito una sfida non indifferente dal punto di vista ingegneristico, poiché mai prima d’ora un impianto di questo tipo era stato avviato se non per finalità prettamente sperimentali.
Per il paese, Hywind Scotland è solo la punta dell’iceberg: entro i prossimi anni al largo delle coste scozzesi sorgeranno altre centrali eoliche offshore galleggianti, con l’obiettivo di rendere il territorio sempre più indipendente dalle fonti tradizionali e inquinanti, puntando allo sfruttamento di una risorsa pulita e illimitata come il vento, riducendo così in modo significativo l’impatto sull’ambiente. C’è però anche chi, come la britannica RSPB (Royal Society for the Protection of Birds), teme che impianti di questo tipo possano avere un effetto negativo sulla vita dei volatili che da sempre popolano le aree marine.