Prima di acquistare un prodotto, i consumatori cercano online le informazioni necessarie per soddisfare le proprie curiosità e preparare al meglio la scelta di acquisto. Quel che già si sapeva è confermato dai numeri Rapporto OTO Research sull’utilizzo dei motori di ricerca in Italia. Trattasi di un sondaggio promosso> da SEMS le cui conclusioni indicano un trend certo: «l’87% degli italiani online prima di acquistare servizi e prodotti ricerca informazioni aggiuntive su Internet. Di questi, l’88% sceglie in base ai giudizi espressi in Rete da altri consumatori».
«I motori di ricerca sono ormai diventati parte integrante dei processi di decisione e di acquisto degli italiani. Vuoi per la facilità e velocità con cui consentono di arrivare alle informazioni necessarie per orientare i propri acquisti, vuoi perché – in tempo di recessione – consentono anche notevoli opportunità di risparmio comparando prezzi e caratteristiche, nove italiani su dieci online consultano Google prima di procedere all’acquisto di un bene o di un servizio, indipendentemente dal valore di questo e dal luogo – sul territorio oppure online – dove si concluderà la transazione». Alla luce dell’evidenza, la promozione online ed una corretta comunicazione in rete divengono fattori fondamentali nelle dinamiche di vendita applicabili a quel 35% di italiani che usa la Rete abitudinariamente (percentuale in crescita, a conferma di una tendenza sempre più incisiva). Non è un caso se la FTC ha imposto nuove e più severe regole nelle modalità di promozione tramite recensioni e “buzz”: l’influenza può facilmente sfumare in truffa e le autorità hanno presto intercettato questo nuovo trend formulando una normativa più stringente e votata alla trasparenza dei meccanismi.
Dai numeri, però, si evince anche una duplice evidenza ulteriore che va a rendere problematica l’analisi del monitoraggio effettuato sulle campagne marketing (tanto online quanto offline). Due, infatti, i fatti emergenti: «il primo è che i motori sono sempre più spesso lo strumento con cui i consumatori approfondiscono gli stimoli della pubblicità offline. Il secondo è che un utente su cinque acquista online da un computer differente rispetto a quello usato per arrivare al prodotto di interesse. Se a questi numeri si aggiungono quanti bloccano o cancellano i cookie o usano browser differenti sulla stessa macchina, i numeri possono diventare preoccupanti: di fatto di 1 acquisto online ogni 4 non si può risalire correttamente alle azioni di marketing e advertising online che lo ha generato, con conseguenti problemi, per gli inserzionisti, al momento di calcolare i costi di acquisizione e il ritorno sull’investimento».