Il Ballot Screen in questi giorni sta per essere distribuito in tutta Europa: poco alla volta, tramite Windows Update, l’installer sta per essere promosso mettendo a disposizione degli utenti una finestra dalla quale poter scegliere il proprio browser senza aver imposta l’opzione standard di Internet Explorer. Dopo poche ore di Ballot Screen ci sono già le prime disparate reazioni ai primi dati ricavati a livello di download, e se ne ricava un quadro interpretativo ben poco omogeneo.
Tra i gruppi più felici per gli esiti del Ballot Screen va contato fin da subito Opera Software: il gruppo, all’origine della denuncia che ha portato alla storica sentenza della Commissione Europea, avrebbe infatti già registrato un picco dei download pari a +300% nei maggiori paesi europei rispetto ai giorni precedenti al ballot screen, il che implica un forte cambiamento rispetto al passato e crescente fiducia attorno al browser. Per Opera si tratterebbe di un risultato storico, trainato peraltro anche dal rilascio della versione 10.50 (con nuovo potenziato motore Javascript) concomitante alle prime distribuzioni del Ballot Screen. Forte dato di crescita è stato registrato anche da K-meleon, uno dei 7 browser nascosti dietro lo scrolling.
12 i browser disponibili: Apple Safari, Google Chrome, Microsoft Internet Explorer, Mozilla Firefox e Opera (in ordine casuale) ed i successivi Green Browser, Maxthon, K-Meleon, Flock, Avant Browser, Sleipnir e Slim Browser. Ma è proprio il corpus generale a far discutere. Secondo una nuova critica alla pagina del ballottaggio, infatti, il motore di rendering usato da gran parte dei browser sarebbe quello di IE (Trident): Avant, Maxthon, Slim Browser e Green Browser sarebbero infatti sviluppati sull’impronta Trident ed alla lista va aggiunto inoltre Sleipnir (utilizzante anche Gecko, ma con opzione standard su Trident). 5/12 su Trident, 3/12 su Gecko, 2 su Webkit e 1 su Presto: il ballot screen andrebbe interpretato anche alla luce di questi numeri, poichè a livello di navigazione il motore di rendering conta come e più del nome del browser in uso. Ed alla luce di questi numeri il modello Internet Explorer sarebbe sovrarappresentato, comportando semplicemente una ulteriore proroga ai problemi che già il vecchio IE ha rappresentato per il Web.
A recriminare sul Ballot Screen vi sono anche gli sviluppatori di Flock. Dal team del browser giunge infatti piena soddisfazione per l’aumento dei download registrato, ma al tempo stesso si contesta la selezione dei 5vs7 browser considerando gli ultimi eccessivamente nascosti e penalizzati (opinione condivisa anche dal team FlashPeak). Pochi utenti vedono le 7 alternative minori e solo una minima parte decide di provarli («quasi nessuno sa che ci sono più di 5 opzioni» – Shawn Hardin, CEO Flock): il team Flock considera pertanto fallace il Ballot Screen, il che è peraltro concepibile alla luce di un progetto grafico sviluppato sulla collaborazione tra Microsoft, Commissione Europea ed i principali attori sul mercato (i quali, per non disperdere energie, hanno pertanto tirato acqua al proprio mulino). Quanto sospettato sembra pertanto prendere forma: per evitare il monopolio, l’UE si è accontentata della concorrenza garantita da un forte oligopolio.
Mentre la European Committee for Interoperable Systems chiede che il Ballot Screen possa diventare una realtà mondiale e non soltanto europea, quindi, i gruppi impegnati nella guerra dei browser misurano la temperatura in questi primi giorni restituendo le prime contrastate reazioni. Mancano però al momento i numeri più significativi: quelli di IE, Firefox e Chrome. Sarà presumibilmente da queste tre indicazioni che sarà possibile capire davvero cosa (e se) di buono il Ballot Screen stia portando sul mercato.