Si è diffusa in questi giorni la notizia che un gruppo di ricercatori della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, PA ha trovato il modo di costruire uno scanner in grado di scoprire a cosa il cervello sta pensando, o meglio, se sta pensando ad una cosa o ad un’altra.
Al momento la macchina ha un’accuretezza del 97% ma è in grado di capire a cosa sta pensando il soggetto, al quale sono state preventivamente sottoposte dieci diverse immagini di edifici o utensili.
Pare, infatti, che il cervello umano “cataloghi” gli oggetti che vede secondo parametri e procedure prestabilite, in questo modo la macchina può capire ad ogni foto sottoposta quale area del cervello viene attivata e, successivamente, capire a cosa sta pensando l?essere umano, perchè vede sollecitata la stessa area.
Gli scienziati si sono sempre chiesti se tutti gli esseri umani percepiscano e memorizzino nello stesso luogo e allo stesso modo oggetti uguali, da questo studio pare emergere che sia proprio così. Se mostriamo un martello a 10 candidati, ad esempio, tutti lo memorizzano nella stessa area, rendendo potenzialmente priva di addestramento preliminare la macchina, che sarebbe (in teoria) capace di leggere il pensiero anche a soggetti “incontrati” per la prima volta.
Sono ovviamente primi passi in un campo complesso e che per molti anni a venrie non troverà (per fortuna) un livello di precisione tale da far pensare ad una vera e propria macchina del pensiero. E’ un’idea, quella di un computer capace di leggere ogni nostro pensiero, che mi preoccupa e inquieta. Sappiamo bene come le tecnologie possano essere utili e al nostro servizio, quando usate bene, ma allo stesso tempo nelle mani sbagliate possono diventare armi potentissime dalle quali è difficile difendersi.