Il dibattito sul ruolo di Internet nella distribuzione di opere musicali è da più di un decennio sull’agenda delle maggiori case discografiche e, ovviamente, ogni artista ha deciso di esporre la propria opinione in merito. Tuttavia, tra i big delle classifiche regna una certa confusione in merito al fenomeno del P2P: se, ad esempio, Lily Allen è riuscita a rendersi famosa grazie al P2P per poi ripudiarlo francamente, Prince ha una teoria addirittura più curiosa: “Internet è finito“.
Il nodo della questione è ormai il classico mantra dell’industria dell’intrattenimento: il Web, con la distribuzione gratuita, sta uccidendo la musica. E Prince questa credenza la conosce molto bene, visto che già in passato si è scagliato molteplici volte contro la rete.
Per risolvere la questione della circolazione incontrollata di musica sui circuiti P2P, l’artista di “Purple Rain” ha deciso di mettere in atto una strategia che, a quanto pare, ci rimanda indietro di qualche anno, quando le riviste fornivano musicassette e CD in omaggio ai propri lettori. Il suo nuovo album, infatti, potrebbe essere allegato gratuitamente ad alcuni magazine europei.
Di primo acchito, sembra lecito chiedersi quale sia la differenza tra distribuire in modo gratuito un album tramite i classici canali di distribuzione o offrirlo senza costi sulle reti P2P. La risposta è, tuttavia, molto semplice: la sponsorizzazione. Allegando il proprio album a riviste cartacee, Prince può sicuramente contare su accordi pubblicitari che, ovviamente, andranno a compensare l’esborso economico della free distribution.
Perché, allora, non passare attraverso servizi di vendita online a basso costo o di streaming gratuito, sovvenzionati proprio dalla pubblicità? Per Prince non vi sono dubbi: questi servizi non pagano in anticipo, ma in base al numero di copie vendute/ascoltate, per questo non è possibile un accordo.
Internet è completamente finito. Non capisco perché dovrei dare la mia musica a iTunes o a chiunque altro. Non mi pagano in anticipo.