“How Google Works” è il titolo del libro scritto a quattro mani da Eric Schmidt e Jonathan Rosenberg. I due, per presentarlo, sono stati ospiti del programma televisivo condotto da Rebecca Jarvis sulla ABC. Nell’occasione il chairman di Mountain View ha parlato di temi non solo collegati al volume, come la tutela della privacy da parte del motore di ricerca, un argomento affrontato nei giorni scorsi anche dal numero uno di Apple.
Nella lettera pubblicata da Tim Cook per rassicurare gli utenti sull’affidabilità dei propri servizi (messa in discussione con lo scandalo delle immagini hot rubate alle celebrità), il CEO attacca indirettamente Google, pur senza citarlo: significativo il passaggio in cui si parla di aziende che “accumulano denaro raccogliendo dati personali”. Schmidt liquida la questione con un breve intervento, rispondendo alle accuse del concorrente citando la possibilità offerta agli utenti di cancellare in qualsiasi momento tutto ciò che li riguarda, così come di impedire il salvataggio di informazioni durante la navigazione sul Web con un’apposita modalità di Chrome.
Penso non sia corretto. La verità è che Google permette agli utenti di eliminare le informazioni che conosciamo su di loro. Google è talmente impegnata nella tutela della privacy che, se ad esempio si utilizza Chrome, è possibile navigare nella modalità Incognito in cui non viene salvato nulla.
Il presidente di bigG ha colto l’occasione anche per rispondere a Julian Assange, che di recente ha definito Google una sorta di “NSA privata”. Schmidt non usa mezzi termini e definisce “paranoico” il co-fondatore di WikiLeaks.
Beh, sta ovviamente scrivendo dal suo alloggio di lusso in un’ambasciata di Londra. Il fatto è che Julian è davvero paranoico. È vero che NSA ha fatto cose che non avrebbe mai dovuto, ma Google non ha fatto niente di tutto questo. Google non ha mai collaborato con la NSA, tanto che abbiamo combattuto duramente contro questo tipo di attività. Abbiamo preso tutte le nostre informazioni, tutti i nostri dati, per crittografarli così che non possano essere intercettati, specialmente dai governi.
Il riferimento è ad iniziative come quella messa in campo all’inizio di giugno, con l’introduzione della crittografia End-to-End per i messaggi di posta, oppure con l’obbligo di utilizzare il protocollo HTTPS per l’invio e la ricezione su Gmail.
Il resto dell’intervista ha toccato temi come le politiche statunitensi sull’immigrazione (bocciate da Schmidt) e domande di natura personale. Da queste si è scoperto che il chairman è solito alzarsi alle otto del mattino dopo aver dormito circa otto ore e mezza, preferisce gli snack al cioccolato (come se dopo Android 4.4 KitKat ci fossero ancora dei dubbi in merito) e il tè freddo come bevanda, utilizza spesso l’app di YouTube e ascolta le canzoni di Julian Jabre.