Facebook ha annunciato di aver sospeso gli account Facebook ed Instagram della società britannica Crimson Hexagon specializzata nell’analisi dei dati, mentre indaga sulle pratiche di raccolta dei dati dell’azienda. La notizia è rimbalzata in questi giorni dal The Wall Street Journal. Non si tratterebbe di un nuovo scandalo Cambridge Analytica, tuttavia, il social network vuole scoprire se la società inglese abbia violato le sue politiche su come raccogliere, condividere e archiviare i dati degli utenti.
Per anni, l’azienda inglese ha usato le API ufficiali per raccogliere post pubblici da Facebook, Instagram, Twitter e altre fonti online, che sono stati poi analizzati per vari scopi, come per valutare l’opinione pubblica su di un candidato politico o su di un problema specifico. Crimson Hexagon ha clienti in tutto il mondo, anche in Russia e Turchia, oltre che negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Sembra che Facebook non fosse pienamente consapevole di come Crimson Hexagon raccoglieva e gestiva i dati degli utenti. Il sospetto è che l’azienda inglese, dunque, possa aver costruito una sorta di strumento di sorveglianza raccogliendo milioni di dati degli utenti (oltre 1.000 miliardi di post). Trattasi di una prassi assolutamente vietata dalla società di Mark Zuckerberg che non permette agli sviluppatori di costruire strumenti di sorveglianza utilizzando le informazioni da Facebook o Instagram. A preoccupare, nel caso in questione, la vicinanza di Crimson Hexagon con alcuni clienti legati alla Russia ed alla Turchia.
Sospetti, dunque, che sono stati sufficienti per Facebook per avviare le indagini. Tuttavia, da una prima analisi preliminare, non sarebbe emerso nulla di irregolare anche se le verifiche continueranno nei prossimi giorni.
Che la posizione di Crimson Hexagon sia ben diversa da quella di Cambridge Analityca lo denota il fatto che questa società inglese raccoglie solamente dati pubblici e che le sue attività sono collegate a regolari contratti. Facebook ha fatto sapere che Crimson Hexagon sta collaborando attivamente alle indagini per chiarire la sua posizione.
La decisione di Facebook di indagare sulla società inglese non stupisce. Dopo gli scandali di Cambridge Analytica, il social network è particolarmente attento a proteggere le informazioni dei suoi iscritti indagando su ogni possibile irregolarità.