Gran parte delle direttive sulla gestione dei dati personali alle quali sono sottoposte oggi le aziende responsabili dei più utilizzati servizi Web (Google e Facebook in primis) si basano sulle disposizioni sottoscritte nell’ormai lontano 1995. Considerata la radicale metamorfosi della Rete e delle sue dinamiche negli ultimi quindici anni, risulta lampante l’esigenza di una normativa più adatta alle attuali esigenze dei navigatori, in un momento in cui il concetto di privacy sembra assumere connotati sempre meno definiti. Questa è la proposta avanzata dalla Commissione Europea e rivolta principalmente ai big dell’Internet di oggi.
Tre i punti chiave per la nascita delle nuove regolamentazioni: i gestori dei servizi dovranno informare l’utenza in merito a come e perché i loro dati personali sono immagazzinati e utilizzati, ogni navigatore ha il diritto di conoscere per quanto tempo le informazioni condivise in Rete vengono trattenute all’interno dei database e per ultimo, ma non meno importante, ogni azienda è tenuta a fornire mezzi efficienti per la modifica o la definitiva cancellazione dei dati. Quest’ultimo punto in particolare richiama alla mente le macchinose procedure da seguire per l’eliminazione del profilo Facebook, che negli anni scorsi hanno provocato più d’un malumore.
Anche alcune pratiche di bigG hanno attirato, di recente, l’attenzione degli organi impegnati nella tutela della privacy. Il caso più eclatante riguarda la pratica di wardriving, giustificata poi da Google come involontaria, attraverso la quale la società di Mountain View avrebbe collezionato informazioni relative alle reti WiFi incontrate dalle automobili impegnate nelle operazioni di mappatura stradale per il servizio Street View. La vicenda, tutt’altro che conclusa, ha registrato proprio nei giorni scorsi una condanna da parte delle istituzioni britanniche e continua ad essere oggetto d’inchiesta in paesi come Italia, Francia e Germania.
Le proposte di modifica alle norme contenute nel pacchetto Data Retention Directive, approvato nel 2006 come evoluzione delle leggi sopra citate risalenti al 1995, verranno discusse dai membri della Commissione Europea a partire dal prossimo 15 gennaio, per entrare in vigore presumibilmente già a partire dal 2011.