PrivateOutlet è nuovamente libero, o quasi. La vicenda ha compiuto un nuovo passo avanti e, mentre il caso in sé sembra andare verso una progressiva risoluzione, una questione di fondo torna a gridare attenzione in relazione alle responsabilità ed alle competenze di intervento che l’Authority rivendica e porta avanti. E che non tutti sembrano riconoscere.
La spiegazione è dell’avv. Fulvio Sarzana, il quale segnala la novità mettendo a disposizione il testo ufficiale trasmesso agli Internet Service Provider precedentemente avvisati del necessario oscuramento del sito:
L’Antitrust che aveva disposto all’improvviso, nel bel mezzo delle discussioni sui poteri di inibizione a carico dei provider da parte dell’AGCOM, un blocco a carico dei provider italiani delle connessioni per violazioni del codice del consumo, ha emesso il 28 marzo un provvedimento di revoca dell’ordine di inibizione cambiandolo con un ordine a carico del titolare del sito di sostituire la propria homepage con un messaggio confezionato dalla stessa Antitrust
Il tutto come se tali ordini ( ordine di revoca trasmesso dagli organi di polizia giudiziaria ai provider incluso) provenissero dalla magistratura penale a seguito di una revoca da parte del tribunale del riesame e come se il sito stesso fosse in Italia.
Secondo quanto emerso dagli atti, la difesa sarebbe passata al contrattacco: in data 20 marzo PrivateOutlet ha chiesto di poter avere una audizione con l’Authority, incontro avvenuto due giorni più tardi. «Il professionista, in quella sede, ha depositato una memoria difensiva nella quale ha in primo luogo chiesto la revoca del provvedimento cautelare nei suoi confronti, in secondo luogo ha eccepito l’irritualità della comunicazione di avvio del procedimento istruttorio che a detta del professionista non identifica correttamente il soggetto eventualmente responsabile delle pratiche che vengono contestate come scorrette». Inoltre, entrando nel merito della vicenda: «il professionista ha riconosciuto di aver avuto alcuni problemi di reperibilità ed ha ammesso che in un certo periodo di tempo i consumatori si sono trovati nella quasi impossibilità di mettersi in contatto con la società». Infine: «con riguardo ai casi segnalati di omessa e/o tardiva consegna ai clienti della merce ordinata, il professionista asserisce che questi sarebbero dipesi da eventi del tutto eccezionali dovuti alla migrazioen da una piattaforma informatica internet ad un’altra più aggiornata ed efficiente, i casi segnalati pertanto sarebbero da considerarsi come casi isolati».
L’AGCM, insomma, certifica i problemi avvenuti, per i quali Private Outlet ha portato avanti precise spiegazioni, ed evidenzia altresì l’impegno del soggetto alla risoluzione di quanto registrato sulla base delle segnalazioni degli utenti. Per questo motivo il blocco del sito è stato sospeso ed in cambio Private Outlet ha il dovere di pubblicare sulla propria homepage semplicemente un avviso cautelativo, in attesa che tutte le disposizioni dell’Authority vengano assolte. Il testo recita:
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, a fronte di numerose segnalazioni di omessaa consegna di prodotti e mancati rimborsi in caso di recesso aveva temporaneamente – in via cautelare – oscurato il sito. La società Private Outlet per risolvere i problemi in cui siano incorsi i consumatori ha messo a disposizione di questi ultimi i seguenti recapiti [indicazione di numero telefonico e di indirizzo email dedicato]. Sulla base dei comportamenti adottati dalla società l’AGCM ha disposto il ripristino delle connessioni al sito».
Al momento il messaggio non risulta ancora presente sulla homepage come da indicazioni del Garante.
L’avv. Sarzana esprime un giudizio estremamente duro su quanto posto in essere dall’AGCM poiché «l’Antitrust ha ribadito la propria convinzione di aver pieni poteri di inibizione a carico dei provider, sentendosi quindi legittimata ad emettere provvedimenti che però, stando a quanto emerge dalle bozze della “leggina” che il Governo si appresta a varare, sono rivendicati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni».
La questione meriterà piena attenzione poiché in questa fase sul Web sembrano poter agire tre autorità differenti che vanno in sovrapposizione: magistratura, AGCM e AGCOM sembrano sovrapporsi senza precisi confini nelle competenze di intervento, il che potrebbe aggiungere confusione ad una situazione già di per sé scottante. Pro-forma, la suddivisione sembra comunque già delineata accreditando all’AGCOM le questioni relative al diritto d’autore ed all’AGCM quanto afferente ad e-commerce e difesa dei consumatori. Per tutto il resto la magistratura manterrà le proprie peculiarità, in attesa che il Parlamento voti un testo in grado di fare definitiva chiarezza sul caso.