Il nuovo Microsoft Fix it parte da due presupposti: quando hanno un problema con Windows gli utenti cercano in rete la soluzione; nella maggior parte dei casi tale soluzione prevede uno schema fisso di azioni da compiere. Da qui l’idea di agevolare via internet la risoluzione automatica di tali problemi.
Con Fix it l’utente devo solo premere un pulsante, scaricare il tool e dare il via alla procedura guidata per lasciare che il sistema si ripari da solo (in realtà più che ripararsi si imposta correttamente). Una novità al momento limitata ad alcune problematiche (circa un centinaio) ma che in futuro si potrebbe allargare a molte più disfunzioni. Secondo i primi test di Redmond su 75.000 clienti che hanno avuto modo di provare le soluzioni automatiche di Fix it almeno nel 95% dei casi sono riusciti a risolvere il problema senza che fosse necessario nessun altro intervento.
I primi bug che è possibile lasciar risolvere al tool Microsoft sono cose come il ripristino dell’icona di Internet Explorer sul desktop o abilitare la libreria DVD in Windows Media Center. Niente di particolarmente problematico per un utente mediamente avanzato, ma ovviamente Fix it è indirizzato a quella grande fascia di consumatori che non hanno alcuna confidenza con i sistemi operativi.
«Fix it non è solo il primo passo verso un’offerta strutturata di diagnostica e soluzioni, ma anche un modo per far si che i professionisti dell’IT possano creare online case history che diano vita a nuove soluzioni automatiche» spiega Lori Brownwell, manager Product Quality per Microsoft Support, dando un nuovo significato ed una nuova utilità alla funzione Windows Error Reporting.
Fix it tuttavia non è un punto di arrivo per Redmond, ma di partenza. L’idea (che al momento è solo teoria) è che i software siano in grado di prevenire i propri problemi ed essere i primi ad offrire soluzioni prima che essi si presentino,come ad esempio segnalare il conflitto tra due periferiche ed offrirsi di risolverlo.