Per esperienza ho notato che la maggior parte dei problemi che si presentano durante la configurazione o l’utilizzo di una connessione wireless sono dovuti alla copertura (la distanza effettiva entro il quale è possibile ricevere/trasmettere il segnale) scarsa oppure insufficiente. Queste problematiche, a volte, possono spingerci a disperare ed a ritornare all’utilizzo del buon vecchio cavo oppure ad utilizzare nuove tecnologie (es. lo standard N 2 draft) con portata decisamente superiore, ma è possibile risolvere il problema senza dover necessariamente rimodernare o stravolgere tutto l’impianto?
La risposta è sì e la soluzione è più a portata di mano di quanto sembri. Basta infatti utilizzare un normale access point wireless in funzione di ripetitore di segnale. Questo ritrasmetterà i pacchetti ricevuti raddoppiando così la portata del segnale. Vediamo assieme dettagli e controindicazioni dell’operazione.
Per prima cosa è necessario accertarsi che l’access point che acquistiamo (o che impieghiamo nel caso di già presente) sia almeno dello stesso standard della scheda di rete/router con cui noi stiamo trasmettendo il segnale in modo da garantire la ritrasmissione senza eccessive perdite di velocità (o di pacchetti nel caso in cui i due apparecchi lavorino su frequenze leggermente diverse, caso molto raro). Sarebbe inoltre consigliabile che il repeater presenti due antenne orientabili: una diretta verso la fonte del segnale e l’altra verso la destinazione. Nel caso in cui un solo apparecchio non sia sufficiente è possibile collegarli più di uno (per l’installazione è sufficiente una presa di corrente elettrica) basta che tutti presentino all’incirca le caratteristiche elencate poco sopra.
Nonostante questo sistema ci consenta di risolvere non pochi problemi vanno segnalati alcuni errori sistematici che non possono essere aggirati, neanche seguendo alla lettera ogni passo. Tanto per iniziare è inevitabile un leggera perdita di velocità/dati nel passaggio da un repeater all’altro (ciò risulta irrisorio nel caso di passaggi fra 2-3 repeater) ed una conseguente instabilità del segnale per distanze molto lunghe.
Altro problema che può sorgere sono le così dette “zone morte”. Sono zone in cui non c’è modo di far passare il segnale per ragioni fisico-chimiche del materiale (le colonne di cemento armato sono già di per se un bel problema). In conclusione non consiglio questa soluzioni per applicazioni professionali/industriali che richiedono un’alta stabilità mentre la suggerisco a privati che necessitano semplicemente di una espansione del segnale e non vogliono impiegare adattatori powerline o sistemi alternativi.