Con la nuova generazione di processori Core i7, Intel ha seguito le orme di AMD integrando il memory controller all’interno della CPU, andando però a generare un inconveniente che si verificherebbe in particolari condizioni di overclock.
Tutto è riconducibile alla scelta progettuale di pilotare il memory controller (integrato nella CPU) e le memorie DDR3 dal medesimo valore di tensione di alimentazione.
Dunque l’inconveniente tecnico si verificherebbe nel momento in cui per raggiungere un overclock più spinto delle memorie si faccia utilizzo della tecnica dell’overvolt, che consiste nell’innalzare la tensione di alimentazione del dispositivo per mantenere una buona stabilità operativa, a patto di dissipare correttamente il surplus di calore prodotto.
Tale voltaggio di alimentazione è fissato dalle specifiche del JEDEC a 1.5V con uno scarto di 0.1V e quindi con la possibilità di rientrare nei margini di sicurezza dello standard con voltaggi fino a 1.6V.
Esistono tuttavia dei kit di memorie DDR3 progettate per l’overclock spinto, capaci di raggiungere anche i 2000MHz (contro gli standard a 1333 e 1600MHz) in abbinamento a voltaggi ampiamente fuori specifica, fino a 2.0V, valore che danneggerebbe in modo irreversibile il processore Intel Core i7 utilizzato nel sistema.
A questo punto gli overclocker più incalliti potranno solo sperare di poter abbinare ai propri Core i7 dei moduli di memorie DDR3 ad alte prestazioni capaci di lavorare a frequenze fuori specifica mantenendo una tensione di alimentazione standard, cosa che potrà verificarsi solo con un affinamento dei processi produttivi nel campo delle memorie.