Sembra giungere al termine il processo che vede imputato Google con l’accusa di non aver bloccato l’upload e la trasmissione di un filmato attraverso il suo servizio di video sharing, che vedeva protagonisti alcuni ragazzi e le sevizie perpetrate ad un loro giovane compagno di scuola disabile all’interno di un istituto tecnico torinese.
I fatti risalgono al 2006 ma il procedimento giudiziario ha preso il via solamente lo scorso 4 febbraio, occasione in cui anche l’Associazione Vivi Down Onlus e il Comune di Milano si sono costituite parte civile, come previsto dalla legge del difensore civico in merito a cause in cui sono coinvolte persone disabili.
La prossima udienza è fissata per il 17 marzo ma, in seguito al ritiro della querela da parte del padre della vittima, la conclusione più accreditata è quella che vede BigG sistemare la questione in termini economici con il pagamento di un indennizzo.
Essendo Google una società con sede principale negli Stati Uniti, tra gli altri possibili sviluppi del processo, c’è la possibilità che gli avvocati al suo servizio sollevino un problema di giurisdizione, non ritenendo competente un tribunale italiano.