Il principale candidato a sostituire il silicio nella realizzazione dei processori del futuro è il grafene. Ma c’è un altro materiale che potrebbe essere utilizzato: la molibdenite. I ricercatori del Laboratory of Nanoscale Electronics and Structures (LANES) di Losanna hanno creato il primo chip composto da questo minerale molto diffuso in natura.
La molibdenite o disolfuro di molibdeno (MoS2) permette di realizzare strati con uno spessore di soli tre atomi, mentre con il silicio non si può scendere sotto i 2 nanometri, altrimenti le sue proprietà elettriche degradano rapidamente. Un vantaggio non indifferente della molibdenite rispetto al grafene (costoso da produrre) è la sua disponibilità a basso costo. Secondo il professore Andras Kis, direttore del LANES, nel mondo ci sono circa 19 milioni di tonnellate ed è possibile acquistare un cristallo di materiale a circa 100 dollari su Internet.
I ricercatori svizzeri hanno prodotto un chip composto da soli sei transistor, ottenendo una semplice porta logica, ma è possibile realizzare circuiti più complessi e più piccoli rispetto agli attuali chip in silicio. La molibdenite inoltre, come il silicio, può amplificare i segnali elettronici a temperatura ambiente, mentre il grafene deve essere raffreddato fino a 70 gradi Kelvin.
Un’altra caratteristica di questo minerale è la sua flessibilità. Nonostante sia duro come l’acciaio, la sua lunghezza può essere incrementata fino al 10%. Se la stessa operazione viene fatta con il silicio, si rompe come un vetro. La molibdenite può quindi essere utilizzata per produrre la cosiddetta elettronica indossabile. Le ricerche sono però solo agli inizi: per un uso commerciale bisognerà attendere almeno 10-20 anni.