Se l’Europa vuole crescere ha anzitutto bisogno di Reti che rendano organica ed efficiente la distribuzione delle risorse. Tre gli elementi fondamentali in tal senso: trasporti, energia e telecomunicazioni. Per stimolare la costruzione di infrastrutture univoche ed efficaci, la Commissione Europea ha messo sul tavolo ben 50 miliardi di Euro, parte dei quali saranno destinati in modo particolare alla necessaria rete a banda larga di nuova generazione.
Investire nella banda larga
La banda larga è il sistema nervoso dell’economia: distribuisce informazioni, velocizza le reazioni, sollecita il mercato. L’UE, dopo aver promulgato per anni i principi della propria Agenda Digitale, compie ora un passo ulteriore scendendo nel concreto: l’Unione Europea apre il portafoglio e crea gli strumenti per incoraggiare gli investimenti, così che si possa sbloccare una situazione che rischia di farsi pericolosa in un momento di grave stagnazione dell’economia. Le Reti sono un’occasione ed uno strumento: sono un trampolino per il rilancio nel quale soprattutto le reti di telecomunicazioni avranno un ruolo di fondamentale importanza (a maggior ragione in Italia, che in questo contesto ha già accumulato abnorme ritardo).
Così come preannunciato dalla BBC nei giorni scorsi, l’UE ha firmato la propria promessa: 9,2 miliardi da investire in infrastrutture ultraveloci e servizi digitali.
Il finanziamento del meccanismo potrà attrarre altri finanziamenti privati e pubblici, dando credibilità ai progetti infrastrutturali e riducendone i profili di rischio. Basandosi su stime relativamente prudenti, la Commissione ritiene che il finanziamento per le infrastrutture di rete promuoverà investimenti pari a oltre 50 miliardi di euro. L’agenda digitale europea fissa obiettivi per l’accesso universale alla banda larga nel 2020 di almeno 30 Mbps, prevedendo che almeno il 50% delle famiglie acquistino velocità superiori a 100 Mbps.
L’auspicio dell’UE è che il settore privato ed il settore pubblico sappiano fare tesoro di tale opportunità unendo gli sforzi e sfruttando l’occasione fornita: la Commissione Europea si fa garante dei progetti finanziando direttamente parte del rischio, così che l’impresa possa abbracciare con maggior intraprendenza la creazione delle nuove reti.
Il denaro messo a disposizione non sarà però tutto investito in infrastrutture, ma dovrà anche supportare lo sviluppo di servizi che, sulla base delle infrastrutture in costruzione, inizierà a creare quel valore che l’UE si attende da una maggior penetrazione della banda larga sul territorio. In particolare l’UE chiede che l’impegno possa essere focalizzato sull’identificazione elettronica, gli appalti pubblici elettronici, le cartelle cliniche elettroniche, Europeana, eJustice ed i servizi doganali.
Idea Project Bond
L’UE non mette solo in campo i progetti, ma anche gli strumenti per il finanziamento delle opere. L’idea è quella di create appositi Project Bond, ossia una serie di obbligazioni che consentiranno agli utenti di garantire i propri investimenti ed all’UE di sviluppare le proprie politiche. Saranno dunque direttamente i cittadini a finanziare la banda larga e le altre reti in progetto, ma il tutto con strumenti appositi di investimento garantito di lungo periodo.
Tale iniziativa consentirà di ridurre il rischio per gli investitori che cercano opportunità di investimento a lungo termine, favorendo il rilancio del mercato obbligazionario (attualmente poco utilizzato per investimenti infrastrutturali a causa della crisi finanziaria) come fonte significativa di finanziamento del settore infrastrutturale.
Il placet all’avvio del progetto (che già nel 2012-2013 inizierà la fase pilota) giunge anche dal Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso:
Il meccanismo per collegare l’Europa e l’iniziativa Project bond sono un esempio lampante del valore aggiunto fornito dall’Europa: consentiranno di costruire le strade, le strade, le ferrovie, le reti energetiche, le condutture e le reti a banda larga che sono così importanti per i nostri cittadini e per le imprese, fornendo i collegamenti mancanti delle reti infrastrutturali europee che altrimenti non sarebbero costruiti. Questi investimenti favoriranno la crescita e l’occupazione e, allo stesso tempo, faciliteranno il lavoro e gli spostamenti per milioni di cittadini e per le imprese in Europa.