Il processo di trasformazione che sta interessando alcune aziende operanti nell’ambito dell’industria manifatturiera e in quello della progettazione riguarda anche Autodesk. Il gruppo non è più esclusivamente una software house, ma sta sperimentando anche la creazione di dispositivi come la stampante open source Ember e l’impiego del visore HoloLens nel settore del design industriale.
Nei giorni scorsi il team ha presentato Project Escher. Il nome è chiaramente un omaggio a quello del grafico olandese. Si tratta di un sistema pensato per spingere oltre le attuali potenzialità delle stampanti 3D, sia in termini di velocità nella creazione dei pezzi che nella precisione dei dettagli prodotti. Il team responsabile del progetto si è posto l’obiettivo di creare un software in grado di coordinare e ottimizzare il movimento di più ugelli in modo da non farli mai cozzare tra di loro, riducendo significativamente i tempi di produzione, un aspetto essenziale quando si parla ad esempio della prototipazione.
Per capire di corsa si tratta, in termini pratici, è sufficiente dare uno sguardo al filmato in streaming qui sopra. Queste le parole di Keith Kmetz, esperto di stampanti 3D per IDC.
Project Escher costituisce un cervello che coordina diversi strumenti in modo da farli lavorare insieme, così che risorse multiple possano contribuire alla creazione dello stesso oggetto in contemporanea. Questo aumenta esponenzialmente le potenzialità creatività dell’intero sistema, combinando gli sforzi di più tool sullo stesso pezzo.
Quello sviluppato da Autodesk può dunque essere inteso come un sistema di controllo, confezionato per rispondere ad un’esigenza manifestata da chi si trova a dover gestire il processo di stampa in tre dimensioni nell’ambito industriale. Al momento non è chiaro se il software debutterà un giorno in forma commerciale, se è destinato ad essere fornito solo su specifiche richieste o altro. Una cosa è certa: le stampanti 3D stanno portando innovazione nel settore industriale.