Quando Google nel 2013 ha annunciato l’intenzione di contrastare il fenomeno del digital divide con l’ausilio di palloni aerostatici, in molti si sono interrogati sulla reale fattibilità del progetto. I test condotti finora hanno però confermato l’affidabilità dell’infrastruttura impiegata, che dalla stratosfera rimbalza al suolo il segnale (fino a 15 Mbps) necessario per l’accesso a Internet. Project Loon si appresta ora a compiere un ulteriore passo in avanti.
Arriva dall’India la notizia secondo la quale il gruppo di Mountain View sarebbe in procinto di siglare accordi con un operatore per lanciare un vero e proprio programma pilota rivolto all’utenza. Le indiscrezioni fanno riferimento all’azienda BSNL come principale candidata per la partnership, ma da fonti ufficiali non sono giunti commenti in merito. A parlarne è Rajan Anandan, vicepresidente della divisione indiana, nel corso di un’intervista rilasciata alla redazione dell’Economic Times in cui si fa riferimento alle potenzialità di un mercato in forte crescita come quello locale.
Non possiamo avviare un programma pilota per Loon senza partnership con una telco locale. Siamo in trattative con diversi operatori.
Google ha compiuto passi da gigante con Project Loon: ad oggi è in grado di gonfiare completamente e spedire in orbita un pallone aerostatico in soli 30 minuti, lasciandolo poi viaggiare in modo autonomo per circa 100 giorni consecutivi.
L’altro progetto messo in campo da bigG per fornire connettività dall’alto alle aree ancora non raggiunte dalle infrastrutture tradizionali si chiama SkyBender e prevede l’impiego dei droni di Aerospace equipaggiati con pannelli solari. Quando iniziative di questo tipo potranno arrivare a concretizzarsi in servizi offerti su larga scala non è dato a sapere. L’unica cosa certa è l’impegno di Google per combattere il digital divide, una piaga che ancora affligge gran parte del pianeta, responsabile di un difficoltoso accesso alle informazioni nonché vero e proprio freno per l’innovazione.