Project Loon è una delle iniziative messe in campo da Google con l’obiettivo di combattere la piaga del digital divide, arrivando a offrire un accesso a Internet anche nelle zone rurali o più remote del pianeta, laddove la consultazione delle risorse Web è ancora oggi un miraggio. Per farlo, il gruppo di Mountain View ha scelto un approccio inedito: impiegherà palloni aerostatici spediti in orbita a 20 Km di altezza dal suolo.
Al lancio del programma, nel 2013, l’idea era quella di mandare in cielo un gran numero di palloni pronti a rimbalzare il segnale a terra, equipaggiati con un’autonomia sufficiente a far loro compiere l’intero giro del mondo. Lo studio dei venti e il ricorso ad algoritmi sempre più avanzati hanno permesso di rivedere questo metodo, in favore di uno più efficiente. Il sistema messo a punto da Google è ora in grado di variare l’altitudine di ogni singolo pallone, così da andare a intercettare le correnti che soffiano a diverse altezze e in differenti direzioni, spostando l’apparecchiatura nello spazio. Il risultato è quello visibile nel filmato in streaming di seguito: è possibile far sì che un trasmettitore rimanga per molto tempo (anche tre mesi) in volo sulla stessa area, continuando ad offrire connettività senza interruzioni.
La larghezza di banda così offerta agli utenti arriva a 10-15 Mbps, più che sufficienti per l’accesso alle risorse in Rete e alla gestione delle comunicazioni online. Chi si trova nel raggio d’azione di un pallone di Project Loon può connettersi a Internet direttamente dal proprio smartphone o computer. I test sono stati finora condotti con risultati incoraggianti in Nuova Zelanda, in Indonesia e nei cieli del Perù, dove i moduli sono arrivati in seguito al lancio da una base situata a Porto Rico, solamente sfruttando il vento in quota, senza alcun tipo di propulsione.