La tecnologia di Google andrà nello spazio, letteralmente. La NASA ha annunciato l’intenzione di sfruttare Project Tango a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, per guidare i robot SPHERES nel loro movimento all’interno della struttura. Fino ad oggi i piccoli automi sono stati equipaggiati con sensori in grado di rilevare la posizione grazie all’interazione con i suoni emessi da altoparlanti sulle pareti. Un sistema complesso per la localizzazione tramite triangolazione e limitato ad uno spazio pari a poco più di 6 metri cubi.
Il progetto avviato da bigG consente di ricreare una mappa 3D dell’ambiente circostante tramite infrarossi, permettendo così ai robot di spostarsi ed evitare gli ostacoli presenti sul loro cammino senza dover continuamente correggere la traiettoria emettendo CO2, un dettaglio non di poco conto quando si parla di una situazione a gravità zero e con una gestione controllata dell’ossigeno necessario all’equipaggio. Ancora più importante, in questo modo le unità SPHERES non saranno vincolate ad uno spazio definito, ma libere di muoversi ovunque, estendendone così notevolmente l’utilità per il personale di bordo.
In futuro la stessa tecnologia alla base di Google Project Tango potrà essere impiegata anche con automi differenti, come sottolinea il responsabile del progetto Chris Provencher. Con Robonaut, ad esempio, un robot dalle fattezze umane, che potrà affiancare gli astronauti durante le missioni di esplorazione o per gli interventi più rischiosi a bordo o all’esterno della stazione spaziale.
Inizialmente gli smartphone impiegati saranno versioni modificate ad hoc del modello Nexus S, dunque tutt’altro che un device top di gamma. Più avanti le cose cambieranno, come trapelato nei giorni scorsi dall’issue tracker del browser Chrome: con tutta probabilità la versione definitiva dei dispositivi con supporto a Project Tango sarà dotata di almeno quattro fotocamere, di cui una con sensore a infrarossi.