Un drone sorvola l’area, si muove a circa 8 metri di altezza, si ferma e lascia scendere un contenitore dal profilo trapezoidale che dopo qualche avvitamento atterra in maniera precisa su un bersaglio posizionato al suolo. Al suo interno, dei burrito. È l’esperimento condotto da Google, più precisamente dal team al lavoro su Project Wing, annunciato nelle scorse settimane e realizzato in collaborazione con la catena Chiplote.
Il programma è curato da un team interno alla divisione X, una delle tante controllate dalla parent company Alphabet. Al momento la fase di test prevede di consegnare il cibo tex-mex agli studenti che risiedono nel campus della Virginia Polytechnic Institute and State University di Blacksburg (Virginia), ma ha ovviamente mire e obiettivi ben più ambiziosi. Intende arrivare un giorno al perfezionamento di una tecnologia che consentirà di impiegare i droni per trasportare merci e prodotti, in maniera rapida e sicura. Non a caso sono stati scelti i burrito: devono giungere a destinazione in tutta fretta, ancora caldi, in condizioni perfette per poter essere mangiati.
I dati raccolti saranno poi forniti alla Federal Aviation Administration, così da aiutare l’agenzia a redigere una normativa adeguata per regolamentare la circolazione dei droni negli spazi aerei pubblici. Il gruppo di Mountain View non genera alcun profitto dal test: tutti i proventi vengono devoluti ad una banca del cibo regionale, la Feeding America Southwest Virginia.
Il progetto è ancora in una fase embrionale e servirà del tempo prima che un sistema di questo tipo possa trovare applicazioni o sbocchi commerciali. Testimonia comunque l’interesse di bigG per un ambito in cui anche altri player stanno già muovendo i loro passi. Uno su tutti Amazon, che con Prime Air intende portare la merce acquistata nel proprio store direttamente sul pianerottolo dei clienti, volando.