La storia è sempre la stessa, una vicenda che anche nel nostro paese conosciamo bene e da vicino: Uber e i suoi autisti presi di mira da proteste per la presunta concorrenza sleale attuata nei confronti di chi opera nel mondo taxi. Quanto accaduto in Cile, nella capitale Santiago, ha però portato a gravi ripercussioni e al decesso di un uomo che suo malgrado si è trovato coinvolto.
Stando a quanto riporta Reuters si tratta di un turista brasiliano di 65 anni, colpito da attacco cardiaco. I mezzi di soccorso, a causa del blocco, non sono riusciti a raggiungerlo in tempo. Inutile il tentativo di trasportarlo in elicottero verso l’ospedale più vicino. Le proteste, che hanno preso di mira anche Cabify, altra realtà impegnata nell’ambito del ride sharing, hanno inoltre provocato disagi ai viaggiatori e pesanti ritardi per i voli in partenza delle compagnie LATAM Airlines e Sky. Queste le parole di Claudio Orrego, governatore della Santiago Metropolitan Region.
Chi ha protestato contro Uber e Cabify ha bloccato una delle principali vie d’accesso all’aeroporto, provocando il decesso di un uomo e il ritardo di diversi voli. Un blocco lungo diverse miglia, che ha portato molte persone ad abbandonare le loro automobili per giungere a piedi a destinazione.
Secondo le dichiarazioni della polizia locale sono già state arrestate 15 persone. A provocare lo scontro è la medesima spinosa questione puntualmente riproposta a livello globale: serve una normativa chiara e ben definita, che sappia regolare l’attività di Uber e delle altre società che operano in un territorio del tutto nuovo e in forte crescita, quello del ride sharing, che per forza di cose va a rosicchiare quote di mercato ai tassisti e a chi offre un servizio di tipo tradizionale per il trasporto dei passeggeri.