Al momento non c’è ancora nulla di confermato o ufficiale, ma un giorno il formato JPEG, il più utilizzato per quanto riguarda i file immagini, potrebbe cambiare radicalmente la propria natura, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo sul Web. La questione riguarda il possibile impiego di una protezione DRM (Digital Rights Management) per i metadati (ad esempio il luogo in cui è stato realizzato lo scatto), ma per ora utilizzare il condizionale è d’obbligo.
Stando a quanto riportato sulle pagine del sito ufficiale, il Joint Photographic Experts Group ha preso in considerazione questa possibilità, in relazione alle iniziative da poter mettere in campo per garantire una maggiore tutela di privacy e al fine di incrementare la sicurezza. Va specificato che già da tempo esiste un formato compatibile con i sistemi DRM: si chiama JPEG 2000 ed è attualmente impiegato in ambiti specifici come quello medico o nell’industria dell’intrattenimento multimediale. Ciò di cui si parla oggi ha però una portata ben più ampia e potrebbe potenzialmente andare a impattare l’intero ecosistema online, dove il JPEG (insieme all’alternativa PNG) è ormai uno standard affermato, soprattutto per l’ottimo rapporto tra qualità e dimensioni dei file.
Per capire in che modo una simile iniziativa potrebbe modificare usi e abitudini dell’utenza Internet, si pensi ad esempio che le immagini protette non potrebbero più essere utilizzate in elaborazioni grafiche (nemmeno quelle non a scopo commerciale o di lucro), all’interno delle presentazioni o nei meme, ovvero i tormentoni che impazzano in Rete.
Realtà come EFF (Electronic Frontier Foundation) hanno già espresso il loro parere negativo nei confronti della proposto, rilanciando con un metodo alternativo altrettanto valido e meno gravoso per l’ecosistema Web, basato sulla crittografia e paragonabile al sistema impiegato da Facebook per limitare la visualizzazione di immagini o fotografie ai soli amici di un utente. In particolar modo, l’organizzazione punta all’adozione (se proprio necessario) di una tecnologia di protezione dei dati basata su standard aperti.