Come promesso, eccoci nuovamente a discutere della diatriba legale tra Psion e i produttori di netbook. Dopo la petizione presentata da Intel per chiedere la cancellazione del marchio, Psion risponde e dimostra che le vendite del suo piccolo notebook continuano ancora.
Intel aveva dichiarato che Psion non può reclamare diritti sul marchio netbook perché non produce più il prodotto, ma Psion afferma che le vendite sono indirizzate ad aree logistiche specializzate e dunque poco visibili al pubblico.
Questa è la dichiarazione ufficiale dell’azienda:
Nel 2006 Psion ha effettuato vendite di Netbook Pro per milioni di dollari, sia negli Stati Uniti che in Europa. La maggior parte delle vendite erano (e continuano ad essere) indirizzate ad aree logistiche altamente specializzate; quindi non è facile ottenere visibilità. Tuttavia le vendite sono reali e continuano anche oggi, come si può vedere dai volantini pubblicitari, da cui si deduce che Psion indica questo tipo di computer come Netbook.
Sebbene la produzione sia stata interrotta, le vendite negli Stati Uniti e in Europa non lo sono. La continuazione della vendita è importante per impedire l’abbandono di un marchio. La produzione è cessata prematuramente non perché mancasse la domanda, bensì perché non è stato trovato il sostituto per un chip di controllo specializzato. I Netbook Pro, infatti, avevano una gestione energetica molto raffinata che permetteva 8 ore di funzionamento e 10 giorni di standby. Mancando il sostituto del controller, l’esaurimento della sua fornitura ha significato la cessazione della produzione.
Speriamo che questa dichiarazione chiarisca la situazione: Psion continua a vendere computer Netbook Pro. Ha tutte le ricevute per provare le vendite negli Stati Uniti nel 2006 e le vendite continuano ancora oggi. Non c’è stato quindi nessun abbandono del marchio. Solo perché non vendiamo decine di migliaia di prodotti attraverso Best Buy, non significa che non abbiamo i diritti sul nostro marchio.
Psion, oltre a chiedere ai diversi produttori di non continuare nell’infrazione e di eliminare il materiale pubblicitario, ha chiesto ad Intel di liberare il dominio www.netbook.com e il risarcimento dei danni, inclusi i profitti derivati dall’utilizzo del marchio netbook.