Sebbene Sony stia correndo contro il tempo per ripristinare il PlayStation Network in tutto il mondo (già attive le prime connessioni anche in Italia), il Giappone ha deciso di imporre un nuovo stop al gruppo per quanto concernente le attività nel paese del sol levante. Il motivo? Serve più sicurezza, ed oggi sarebbe più quella promessa che non quella realizzata.
Sony potrebbe dunque trovare un inatteso ostacolo aggiuntivo proprio nel paese ove l’azienda ha la propria sede principale. Le autorità in particolare avrebbero chiesto a Sony lo specifico delle misure di sicurezze intraprese in queste settimane di intervento sui server perché, in assenza di sufficienti garanzie per i dati degli utenti, il PlayStation Network (assieme a Qriocity, il Sony Online Entertainment e gli altri servizi fermati) non potrà essere riavviato.
Le richieste delle autorità giapponesi appaiono circostanziate: Sony dovrà dimostrare di aver posto in essere tutte le misure di sicurezza promesse nelle conferenze stampa delle settimane scorse, quando si spiegava quanto successo e si promettevano nuovi server, nuovi firewall, nuove misure software e nuove policy per eliminare ogni rischio. Il Giappone, insomma, non crede fino in fondo alle parole del gruppo e chiede dimostrazioni concrete prima di dare il via libera alla riapertura.
Le autorità giapponesi avrebbero inoltre spiegato di non volersi muovere senza garanzie anche perché in passato altri gruppi avrebbero fallito nel garantire le necessarie misure di sicurezza dopo incidenti simili: il paese vuol sapere da Sony se la multinazionale è in grado di garantire l’effettiva sicurezza degli utenti o se non stia soltanto cercando le pezze necessarie per poter riavviare immediatamente il PSN per pensare solo in una seconda fase al completamento di tutti i lavori di tutela necessari.
Prima le garanzie, poi il riavvio. E per ora niente PlayStation Network nel paese orientale mentre tutto il resto del mondo accorre in massa sui nuovi server del gruppo.