Con l’inizio del nuovo anno, riprende la diatriba legale tra Psystar e Apple. Dopo aver risposto alle accuse di violazione del copyright, ritenendo Apple responsabile del mancato rispetto delle norme antitrust, Psystar ha presentato una seconda linea difensiva.
Basandosi su una norma del 1908 inserita nel Copyright Act del 1976, che sancisce il cosiddetto principio del “first sale“, la piccola ma agguerrita azienda della Florida afferma che può acquistare copie di Mac OS X dai rivenditori autorizzati e può installarle sui suoi cloni Open Computer e OpenPro, senza il permesso di Apple.
In pratica la norma stabilisce che l’acquirente di una copia legale di un prodotto può venderla senza dover chiedere l’autorizzazione al detentore dei diritti d’autore.
Secondo Psystar, Apple tenta quindi di aggirare il Copyright Act, dichiarando di essere l’unica a stabilire se, come e da chi il suo software debba essere distribuito o usato. Invece, una volta che il detentore del copyright permette la vendita delle copie di un lavoro, non può più esercitare i diritti di distribuzione su queste copie.
Psystar dunque ritiene Apple colpevole di comportamento sleale che minaccia o danneggia la concorrenza e vuole che la licenza d’uso di Mac OS X sia considerata inapplicabile. La discussione in tribunale dell’intero caso è prevista per il mese di aprile.