Solo pochi mesi fa nacque Puretunes, un servizio innovativo che sfiorava l’idea dei micropagamenti sotto forma di abbonamento per distribuire musica online. Il tutto sfruttando un vuoto legislativo nella normativa per la distribuzione di musica protetta da diritto d’autore: non vi sarebbe infatti normativa in grado di proibire la distribuzione se un previo accordo con le associazioni degli autori permetta di scavalcare i normali canali distributivi.
Il sito Puretunes.com è ad oggi scomparso. C’è chi parla di attacco continuo del tipo denial-of-service, ma l’ipotesi più plausibile è che ci sia sotto lo zampino di major discografiche quali Sony Music, Warner Music, Universal Music, Bmg e Emi (le più attive nella critica immediata a Puretunes dopo l’apertura in pompa magna).
Nulla è dato a sapersi per quanto concerne gli abbonamenti stipulati (con 20 Euro era possibile una connessione mensile senza limiti di download), nulla è conosciuto sulla causa del blocco, nulla trapela dalle parti in causa. Altri siti similari non accusano alcun problema, e ciò non fa altro che aumentare il clima di suspance attorno a questo giallo.