Wikipedia ha ideato un servizio, denominato QRpedia, per creare uno specifico QRcode – la nuova generazione dei codici a barre – tramite apposito tool. Il codice risultante può essere quindi copiato o stampato per la visualizzazione su smartphone o altri device in mobilità.
Detta così può sembrare semplicemente una buona idea. In realtà apre uno scenario molto vasto, perché si tratta del primo esempio di QRcode realizzato in modo da interpretare anche la lingua di chi accede all’informazione tradotta nel codice. Il sistema è in grado di determinare se esiste una versione di un dato articolo nella lingua dello smartphone che si sta usando: in caso affermativo, visualizza la versione “mobile-friendly”, in caso contrario mostra l’articolo più pertinente.
L’esperienza dei musei inglesi nei quali questo tipo di QRcode è stato inizialmente sperimentato ha fatto scuola. Basti pensare a quelle targhette vicino ai quadri, sempre difficili da leggere, o alle didascalie dei pannelli espositivi, sempre troppo lontane: tutto sparito grazie a semplici codici quadrati sostitutivi che collegano alle risorse dell’enciclopedia online. E se ci sono dieci turisti che parlano dieci lingue diverse, basta un solo QRcode per rispondere a tutti.
D’ora in avanti, visitando qrpedia.org basterà inserire un indirizzo URL e il sito genererà il corrispondente codice. Un tool che quindi diventa pubblico, e probabilmente verrà sfruttato in molti modi differenti, alcuni magari non ancora immaginati dalla stessa Wikipedia.