Le voci circolavano da ore, da quando Qtrax ha fatto capolino in occasione del Midem di Cannes facendo parlare di sé per la propria promessa di un’offerta musicale legale e gratuita tramite peer-to-peer. Ora, sebbene non sia ancora possibile avere conferme circa tempi e modalità, giunge quantomeno l’ufficializzazione delle trattative in atto. QTrax, insomma, intende sbarcare anche in Italia e per ciò potrebbe dunque essere solo più questione di tempo. Ma il tempo non è galantuomo con QTrax, perchè a mano a mano che passa il servizio sembra sempre più una bufala e sempre meno una rivoluzione.
Spiega un comunicato SIAE: «”La SIAE è sensibile al progresso delle nuove tecnologie – ha dichiarato il Presidente Giorgio Assumma – soprattutto quando esse favoriscono non solo la distribuzione, ma anche il controllo delle utilizzazioni nelle reti Internet e consentono agli autori di ottenere i giusti compensi per il loro lavoro creativo”. È in questa ottica che si collocano le trattative condotte con Qtrax in occasione del Midem di Cannes, nel corso del quale sono stati avviati i contatti anche con Last.fm, il servizio gratuito di musica on demand, in vista dell’autorizzazione al suo lancio anche in Italia».
La SIAE sottolinea inoltre il fatto che le trattative sarebbero ancora in corso ed una «licenza sperimentale appositamente studiata» dovrebbe permettere al servizio di vedere la luce anche nel nostro paese. Varie, infatti, sono state le rilevanze della blogosfera circa quest’ultima opportunità, intravedendo ipotetici ostacoli nelle maglie burocratiche e legislative della nostra nazione. L’interesse di tutti, però, sembra avere opportunamente oliato il percorso verso il taglio dei nastri.
Ma le difficoltà sono anche altre ed ulteriori: sebbene QTrax abbia annunciato il proprio accordo con le major, in realtà le grandi case discografiche hanno smentito qualsivoglia firma mettendo il servizio all’angolo ed annullandone in poche ore ogni velleità. Dalle parti in causa non sono giunti altri commenti e l’impasse post-Midem ha calato nell’imbarazzo l’intero progetto, dato per scontato solo poche ore fa ed ora invece quantomai in bilico.
Last.fm, da parte sua, ha ufficializzato l’imminenza del proprio sbarco nel Bel Paese già da alcuni giorni: «Grazie al programma sui diritti di autore (Artist Royalty Program), gli artisti che non hanno stipulato contratti con etichette discografiche o agenzie di raccolta e che hanno scelto di caricare la propria musica su Last.fm potranno ricevere un compenso, direttamente da Last.fm, ogni volta che vengono ascoltati i loro brani […] Il programma sui diritti di autore si iscrive in un progetto più ampio di Last.fm, che oggi lancia sul Web la piattaforma di musica gratuita on demand più grande al mondo».